II. FONTANE E PUTEAL1. Le fontane della campagna cretese costituiscono una delle più notevoli caratteristiche dell’isola: irrigue non di rado tuttora di fresche e copiose acque, collocate in refrigeranti oasi di verzura, lavorate con particolare gusto d’arte, esse richiamano davvero i più bei tempi del dominio veneziano, e ricordano quasi tutte o le benemerenze di qualche veneto patrizio, dedito alla tranquilla vita rurale, o le provvide cure dei principali e più ospitali monasteri del Regno, per offrire al tempo stesso ristoro al viandante ed alimento ai pingui orti e giardini all’intorno. Esse non presentano un tipo ben determinato. In complesso però constano quasi sempre di un serbatoio a pianta rettangolare coperto, destinato a raccogliere l’acqua, per lo più sorgiva, sia che questa trabocchi attraverso gli appositi condotti ed i comunissimi mascheroni della spina, sia che nei periodi di magra convenga immergere i recipienti nel serbatoio stesso onde attingervi. La muratura della vasca tanto può nascondersi sotterra od occultarsi fra le verzure, quanto mostrare alcuni o tutti quanti i suoi lati. Uno solo di essi però, la fronte principale, adornasi con predilezione speciale. È costruito per lo più in pietra, aperto nel mezzo colla immancabile finestrina che permette di penetrare in parte all’interno, e adorno di architetture, fiorami ed intere figure a risalto più o meno rilevato — secondo un tipo i cui modelli si potrebbero per avventura ricercare nelle Puglie, come ad esempio nella classica fontana di Gallipoli. A tale prototipo si accostano del resto alcune delle fontane di Candia e delle altre città: ove quell’edificio monumentale vuol raggiungere il duplice scopo di ridondare cioè a lustro e decoro urbano, ed al tempo stesso di eternare le lunghe e difficili cure dovute spendere per la provvista delle acque.