608 EMENDAZIONI ED AGGIUNTE il eoi r/)g /irjToonóXewg Kor'jXtjQ xal tov /itjtqojioXitixov vuov tov àyiov Tltov, in XQioTianxri Kq^tt], anno II, fase. 3, 'IfQaxXeiw, 1915 ; G. Gerola, in «Nuovo archivio Veneto», serie II, voi. 29, Venezia, 1915, pag. 485 ; ’A. K. ’OQÀàvdog, Nedj-tequi EQEwai cit., pag. 318 e 320. Pag. 41. - H. ’A. SavOovòiórjg, 'O vaòg tov àyiov TÌtov, 'HqàxXEiov, 1925. Pag. 43. - Epigrafe latina da S. Tito nel voi. IV, pag. 307. Pag. 51, nota 1. - E. AàfijiQog, 'H èv Kq>)-tì] tonoOsoia Kaiàcpa, in Néog 'EXXr]vo-/uvi'//icov, anno X, ’AOrjvaig, 1913.—L’articolo dello Xanthudidis nel XIII (e non III) dell’ ’AOrjvà. Pag. 53. - Il nome di Khersonesos si è conservato a noi non già dal piccolo approdo, che si chiamava Tighàni e che solo di recente fu battezzato Limiti Khersonisu, bensì dall’attiguo villaggio detto rj XsQOÓvrjcro. Jhoxojiiavù) significa « villaggio ove stanno quelli del vescovo ». E non sembra dubbio che quivi pure fosse la sede vescovile, ritirata entro terra in seguito ai pericoli che presentava la originaria residenza da presso al mare. Ma appunto per questo, piuttosto che una seconda sede del vescovado alla prima epoca bizantina, Piskopianó potrebbe rappresentare il primo stanziamento dell’episcopio nel secondo periodo bizantino, anteriormente alla occupazione diEpiskopì, di cui a pag. 86. Pag. 56, nota 2. - Cfr. voi. II, fig. 334. Pag. 61. - Alla restaurazione dei vescovadi greci dopo la cessazione del dominio veneto, S. Mirone non mantenne però tale nome, ma riprese quello antico di Knossos. Pag. 64. - Vedasi, ad ogni modo, G. Gerola, Per la cronotassi dei vescovi cretesi all’epoca veneta, in « Miscellanea di storia veneta », serie III, tomo VII, Venezia, 1914. Per Arcadia cfr. pure F. Marini, Matteo vescovo d’Arcadia in Creta, Treviso, 1908. Per Sitìa si tenga presente l’episodio di quel vescovo latino che venne ucciso dal padre di una ragazza che sarebbe stata da lui oltraggiata : N. Comneni Papadopuli, Historia Gymnasii patavini, Venetiis, 1726, voi. I, pag. 39. Per i vescovi greci durante il dominio veneto : G. Gerola, 01 éXXrjveg èniaxonoi èv Kqi)-Tf] ènl ' EvetoxquTÌag, in XqiOTiavixrj Kqì)t71, voi. II, fase. 3, ' HQa.xA.ELq), 1915. Pag. 68. - Il vescovo cui allude la sinodo del 1467 è. quello di Cerigo, che era suffraganeo di Creta. Pag. 72. - Si confronti quel fonte battesimale con quello a S. Giacomo dell’ Orio a Venezia. Pag. 76, nota 1. - Cfr. voi. Ili, fig. 167. Pag. 79, fig. 40. - Fot. n. 580. Pag. 85, fig. 46. - Fot. n. 665. Pag. 86. - Il compianto amico Dalla Santa mi comunicava un documento in atti del notaio di Candia Costanzo Maurica, prot. 1421-1423, carte 71, in data 22 aprile 1422, con cui il muratore Costa Chimuza si impegnava a costruire certi archivolti per la chiesa di S. Salvatore del vescovado Arcadiense. Pag. 97. - U. Mannucci, Contributi documentari per la storia della distruzione degli episcopati latini in Oriente nei secoli XVI e XVII, in « Bes-sarione», n. 127, Roma, 1914. Pag. 112. - Nella tavola dei conventi conviene aggiungere, a Candia, S. Paolo, S. Nicolò e S. Maria Barozziani dei Francescani, tutti tra parentesi; e fra le Benedettine, S. Caterina, pure tra parentesi. Ma la storia dei Francescani va riveduta sull’articolo G. Gerola, I "Francescani in Creta al tempo del dominio veneziano, in « Collectanea franciscana », Assisi: in corso di stampa. Pag. 113, nota 2. - Sullo stemma di Alessandro V può consultarsi C. Santamaria, L’arma del Cardinal Filargo, in « Rivista del collegio araldico », anno XXIII, fase. 6, Roma, 1925. Pag. 116. - Stemmi e lapidi da S. Francesco nel voi. IV, pag. 212, 303, 305, 307, 313. Pag. 120. - Per lo stemma di S. Giovanni, vedere voi. IV, pag. 208. Pag. 121. - Si veda al voi. IV, pag. 21 o, lo stemma Cavalli; e a pag. 308, 321, 323, 327 e 334, le iscrizioni di S. Salvatore, la quarta delle quali allude al trasporto del coro nell’abside, mentre prima trovavasi nel mezzo della chiesa. Pag. 126. - Il 21 aprile 1422 Michele Pantaleo marangone del borgo di Candia si impegnò di fare per la chiesa di S. Domenico « pallam