LE ISCRIZIONI GRECHE 463 Nr/y.óXaog u FfunaòójiovXog — ’Avógéag ó EaXr/^agàg — ’ Icodvvrig ó 'Pan(t)6novXog — PewQyioç 6...... nXv...... (f1)^ rVv yfjvèxav...... rEwgyr/og 6 Osgr/avòg /uè...... ’EteXeióOei fj nagovaa exXeioeìu òeià %Eigòg â(flagro)Xov 'Iwàvvov raya xè t,ovygacpov tov Playco/uÉvov. ¿ni etovq fi Q M’, r/fiéga nagaaxE^r/. La prime righe della iscrizione si sono potute completare per mezzo delle epigrafi dei fondatori, di cui diremo. La settima riga e la dodicesima finivano così come sono. Il prete ’Iojavvrj; legsvg vo/nxóg sarà stato notaio o comunque leguleo. Notevole nel seguito della iscrizione la stranezza dei nomi personali, che talvolta sono derivati da cognomi. Acupgayxr/g è cognome occidentale : in Italia era celebre allora la famiglia pisana dei Lanfranchi, nominata in un notissimo verso della Divina Commedia. 'H ET£ ^ vov/xr/f xov). Sopra la donna nella parete di sera: Mvì/oTr/xr/ KvgiE tt/ y)v%vr/ t f/g òovXr/g e basta. Sopra quella di nord (e le lettere nere) : Mvr/aTrjTT] Kvqle Tvrj rpr/x^ Tf)g òovXr/g Sopra il prete del lato stesso : Aér/aig tov dovXov rov Oeov Nr/xr/