98 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA FIO. 64. — CANDIA — L’IMBOCCATURA DEL PORTO. marciapiede, protetto verso il mare aperto da un alto muro delio spessore di circa 2 metri, nel quale si aprono le cannoniere e — presso la rocca — una porta. Quivi il marciapiede si allarga a piccolo piazzale: ma manca il corpo di guardia che vi si trovava all’epoca veneta. Una sporgenza verso il mare è in gran parte rovinata. Verso il principio del molo un’arcata, sotto la quale l’acqua del porto comunica coll’aperto mare, costituisce uno sfogo a sboratore. Della rocca che costituiscà l’estremità del molo si è detto a suo luogo (I). Il molo minore, fondato su due file di enormi massi rettangolari, a gradino, consta invece oggigiorno di un avvolto largo più di 2 metri, munito di feritoie e di una porticina, illuminata dall’alto per mezzo di apposite aperture, e sormontato da terrazza con parapetto merlato. Termina nel castelletto a due piani, del quale abbiamo tenuto parola testé: il tutto dovuto ad un rimaneggiamento dei Turchi. Tutto il resto del porto, tranne i ruderi degli arsenali di cui diremo più avanti, nulla presenta di notevole. Quanto poi al fondo delle acque, se è a credere che nei primi tempi della dominazione ottomana fossero proseguiti gli sterili sforzi per mantenere il porto pratica- (l) Voi. I, pag. 130 segg.