LE ISCRIZIONI GRECHE 561 ’ Ivòixriwvog B', Màvov ¡xovayov xa l xibv àòehfpwv avrov IlavTEQÌfiov ¡xora^ov xaì xfjQ àòsXfprjg avrov Kararpvyfjg, ènì fiaaiXeiai; tov ’AvòqovÌxov tov IlaXaio'kóyov Urei ,rÌJ A' èv dè ànò rrjg èvaaQXov oìxovofiiag tov Kv nov ì'j/xcóv ’IrjOov Xqiotov ,A B T B’. Le date sono certo scorrette così nell’una come nell’altra copia. Probabilmente il Pii A o CiìA (che sarebbe il 3801) va emendato in gii A, cioè 6801, che corrisponde al nostro 1293-1292 ed all’impero di Andronico li Paleologo (1282-1328). In tal caso però la data finale A B FB o A C H B deve correggersi con AG^B; e le lettere all’inizio sono da interpretarsi diversamente, dacché nel 1292 correva l’indizione V. Disgraziatamente, mancandoci il testo originale, non solo non possiamo verificare, ma neppure giudicare se per caso quella della data dalla incarnazione di Cristo non sia per avventura una aggiunta posteriore. 52. Kusès: Chiesa di S. Pelagia. Pietra da taglio, formante una specie di timpano, nel cui centro un ovale (di cm. 161 2 X 251 ¡2), sormontato da croce, contiene l’iscrizione, a lettere di cm. 31 ;--2112: 1608 òxt (a>) fi Qiov 2 (?) nana MiyatX Bagov^a. Pubblicata già dallo Xanthudidis (1). (*) 2. 'A. zavftovdidtfs, Xgwuanxaì èmygaipai cit., pag. 147.