i3° SUI CAMPI VI 'BATTAGLIA 130 mitragliatrice allo scoperto e mitragliava a bruciapelo il nemico ricacciandolo, finché colpito al petto cadde gloriosamente sull’arma. (Breda di Piave, 15-18 giugno). Aiutante di Battaglia Paggi Giuseppe, da Sale Vercellese, del 40 Battaglione Bersaglieri ciclisti. Ardito fra gli arditi, volontario nelle imprese più rischiose, con pochi uomini affrontava il nemico asserragliato in una casa e faceva 40 prigionieri. Ferito, rimaneva col suo reparto, contrattaccava l’avversario che stava per catturare una nostra mitragliatrice e lo ricacciava. Nel postare l’arma per aprire nuovamente il fuoco, cadeva colpito a morte da una palla nemica. (Ca’ del Bosco, 18 giugno). Maggiore Fiore Mario, da Napoli, comandante del 790 Battaglione Zappatori del Genio. Ricevuto l’ordine di difendere ad oltranza col suo battaglione una importante posizione, vi resisteva fortemente, contrattaccando il nemico in tre giorni di disperata lotta e, combattendo fra i suoi soldati, in un corpo a corpo cadeva sul posto del dovere e dell’onore. (S. Mauro del Montello, 15-18). Tenente Lollini Ivo, da Castel d’Aiano (Bologna), del XXVI Reparto d’assalto. Ferito e fatto prigioniero, si liberava e tornava al comando della sua sezione mitragliatrici. In una prima azione distruggeva e catturava numerose mitragliatrici avversarie. Procedendo, ricuperava due nostre batterie cadute in mano all’avversario; avuta inservibile l’arma, si lanciava all’assalto con una diecina di superstiti. Circondato dal nemico, rifiutava di arrendersi e, colpito a morte, esalava sul campo la sua anima eroica. (Sovilla, Casa Pin, 16-18 giugno). Tenente Generale Vaccari Giuseppe, da Montebello Vicentino, comandante del XXII Corpo d’armata. Di fronte a gravissima e minacciosa situazione, lasciava il suo posto di comando, si portava fra le oscillanti ondate delle fanterie ed