PORTI 99 bile alle navi da guerra come a quelle mercantili, più tardi — quandi) i nuovi progressi introdussero nella navigazione radicali mutamenti, il porto di Candia fu senz’altro considerato come nullo (1): e tranne le barche a vela ed i più minuscoli bastimenti a vapore, tutti gli altri piroscafi cominciarono ad adattarsi a gettar l’ancora nell’aperta rada ed anche a rinunciare a qualsiasi operazione di sbarco od imbarco nelle giornate di più violenta procella. 2. — CANEA. Il pericolo corso dalla flotta di Giovanni Querini parve sufficentc ragione a Marino Gradenigo, rettore di Canea, per inviare a Venezia nel maggio 1302 Enrigaccio Gra-denigo, allo scopo di chiedere, fra le altre cose, che anche la seconda città del Regno venisse provveduta di un porto (2). E quantunque meno ancora che quella di Candia l’aperta rada di Canea si potesse prestare ad un’opera di tal fatta e la vicinanza stessa della baia di Suda dovesse sembrare sufficente al ricetto di qualunque armata, la Repubblica accoglieva tanto prontamente il postulato di quei cittadini, che il 23 agosto del medesimo anno il Senato emanava istruzioni, affinchè si abolissero i consiglieri ed i camerlenghi della Canea ed il loro stipendio si devolvesse alla costruzione del porto, insieme coi redditi degli Ebrei e con quelli di certe abbazie pagati da Alessio Calergi (3). Ciò però non doveva significare che alla premurosa accondiscendenza della Dominante dovesse corrispondere l’immediata attuazione del progetto: tanto è vero che nel 1318 si stanziano nuovi fondi affinchè «portus Chanee fiat» (4), e due anni dopo si ordina alla Signoria di Candia di passare alcune somme al rettore di Canea per l’opera del molo (5). Del porto compiuto apprendiamo notizie sicure soltanto nel 1356: ma queste non potrebbero essere più sintomatiche. Marco Zangarol, inviato dei feudati di Canea, si presenta al Senato coll’incarico « quod reducatur ad memoriam Dominationis quod portus Canee indiget reparatione ». Eravamo già alle dolenti note! E Venezia rispondeva lavandosene le mani e consigliando le autorità di Canea a trovarsi i denari in quel miglior modo che avessero creduto esse stesse(6>. E poiché i tempi correvano favorevoli ai dazi ed alle imposte, anche a tale spediente fu ricorso ed un decreto del 30 novembre 1362 aggravò più che mai il provvedimento, nella considerazione che il porto della città C) Lo scandaglio del porto eseguito nel 1843 apparisce (*) V. A. S.: Senato Muli, I, 167. dalla pianta della città da noi riprodotta nel voi. I, pag. 15, (*) Ibidem, Indice, I, 33 *. fig- 4- (*) Ibidem, Indice, I, 34. (*) R. Predelli, / libri commemoriali della repubblica di (•) Ibidem, XXVII, 93 seg. V'empia, voi. I, Venezia, 1876. f) Ibidem, XXVIII, 7.