128 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA La questione fu esaminata attentamente dal provveditore Alvise Grimani in persona. E fu verificato che il progetto Mocenigo, che pur aveva incontrato tanto favore, presentava invece dei gravi inconvenienti: non solo infatti sarebbe stato necessario demolire una chiesa latina (S. Giorgio Venetico), una chiesa greca (S. Nicolò del Molo, o l’altra di S. Giorgio che rivedremo nel 1622?) e varie case (fra cui una di Marco Muazzo « di predo importante »), ma occupare una parte della strada maestra conducente alla piazza, guastare una parte del molo e spostare le cloache. Laonde, modificando l’idea del Foscarini approvata in massima anche dall’ammiraglio Giovanni Michiel(1), il Grimani pensò di applicarla non già davanti agli arsenali antichi, bensì di dietro a quelli nuovi. In altre parole, progettato di aggiungere alle tre del Duodo ed a quella del Mocenigo una quinta campata verso levante, decise di costruire altri cinque voltoni dietro alle cinque campate così risultanti, di modo che ogni volto, ridotto a doppia lunghezza, avesse potuto ricettare — una dopo l’altra — due galee. E senz’altro diede mano ai lavori di colmata (mediante grossissime pietre fra loro legate) di quella parte di mare, calcolata a 2400 passi cubi — con una spesa totale di 3 mila ducati. Venezia ne fu informata mediante un dispaccio del i° gennaio 1585 (2). Che se, come per il porto di Grabusa, così per tali lavori alla Sabbionara di Candia non tardarono ad essere lanciate accuse contro l’opera del provveditore (3), il Grimani non per questo ristette nel divisato proposito. Che anzi nel marzo di quell’anno — nella fabbrica dei volti Novissimi — era già finito il muro « dalla testa di dietro di grossezza di piedi ij in fondo et di sopra piedi 12 per la longhe-^a che supplisce alla fabr ¿catione delti volti per le sei galee » (4), e nell’agosto, ultimata la cinta, si stava già fondando i pilastri intermedi(5), mentre, scandagliato il porto prima e dopo il parziale interramento dal Grimani compiuto alla Sabbionara, risultò che questo non aveva prodotto nessuno dei temuti inconvenienti di trasporto di sabbia col riflusso del mare (6). Tale constatazione fu ripetuta del resto nel 1588 dai magistrati cretesi, insieme con Giambattista del Monte, nel senso però che le peggiorate condizioni del porto non erano da attribuirsi al lavoro del Grimani(7). La partenza del Grimani stesso ed il diffondersi di tali voci sospette causò l’interruzione dei lavori. E quantunque Giovanni Mocenigo, ritornato provveditore a Creta, proponesse di continuare l’opera iniziata<8), in realtà egli non aveva (1) V. A. S.: Dispacci da Candia, 6 settembre 1584. («) V. A. S.: Dispacci da Candia, 2 marzo 1585. (2) Ibidem, 1 gennaio e 6 gennaio 1585. Tutti due con- (5) ibidem, 15 agosto 1585. tengono dettagliate notizie tecniche sui lavori. (.) V. A. S.: Rdazioni, LXXIX: relazione del Gri- (3) Cfr. pure V. A. S.: Re/azioni, LXXIX: relazione mani. del provveditore Nicolò Dona: il quale insiste special- (7) y. A. S.: Dispacci da Candia, 26 novembre 1588. mente sulla incomodità di trascinare negli arsenali le galee (8) Ibidem, io marzo 1587 una dietro l’altra.