132 I MONUMENTI VENETI DELl/lSOLA DI CRETA nel seguente i6io(1): per cui i lavori vennero protratti sino alla primavera del i6ii(2). Oppure si ritornava platonicamente ai soliti progetti di nuove campate. Nel 1622 il capitano Nicolò Valier specificava le spese necessarie per erigere due volti tra la porta del Molo e quella degli Arsenali, trasportando questa sei passi più in su, distruggendo alcune casupole e la chiesuola diroccata di S. Giorgio ed abbattendo una parte del magazzino per biscotti: totale 38 mila ducati(3). E finalmente nel 1643 Nicolò Zen e l’ingegnere Beato Beati riferivano al provveditore generale sul preventivo di un nuovo volto per galera, lungo 26 passi, e largo 5, della spesa complessiva di 35 mila lire. Quanto al posto ove collocarlo, tanto era preso in considerazione il cortile della porta degli Arsenali (lungo 13 passi) — abbattendo quivi la cantonata della casa Melissino, — quanto la località (lunga 22 passi) occupata dalle case dei consiglieri, località che avrebbe offerto ricetto non ad uno ma a tre voltoni — due di galeazza ed uno di galera sottile; — e si scartava invece la vecchia idea, esumata dall’ingegnere Vincenti, della località fra gli arsenali e la porta del Molo, sia per le ragioni altra volta addotte, sia perchè l’attuazione del progetto avrebbe ostacolato il deflusso in mare — al di fuori del porto — delle acque torbide (4). La guerra fatale tagliò corto alle polemiche. Nè il Turco ebbe più a pensare a costruzioni di tal fatta: chè anzi, lasciati crollare buona parte dei voltoni veneziani, usufruì a magazzini i superstiti ruderi. * * * Dai vecchi disegni (5) chiaramente apparisce che gli arsenali detti Antichi e che — come si vide — erano stati ricostruiti nell’ultimo terzo del secolo XV, occupavano il centro del lato meridionale del porto; e, rinchiusi in un quadrato, constavano di cinque campate fra loro comunicanti per mezzo di archi e coperte ciascuna di quattro volte a crociera, rispondenti alle pilastrate degli archi medesimi. Oggigiorno essi sono pressoché completamente distrutti. Nel muro di occidente — un’alta muraglia a sassi irregolari —, che nella parte anteriore serviva altresì di limite estremo est degli arsenali Vecchi, sussiste ancora il pilone d’angolo nord-ovest, (*) V. A. S.: Dispacci da Candia, 7 novembre e 28 di- (3) Ibidem, 20 agosto 1622. — La fabbrica avrebbe cembre 1609, 28 maggio 1610. misurato 36 passi in lunghezza, 19 y2 in larghezza (cioè (*) Ibidem, 7 maggio 1611 ; Re/azioni, LXXXI: rela- 7 per ognuno, 4 le due spalle esteriori ed 1% le altre) zione del capitano Antonio Grimani. — Nel 1620 il prov- e 8% in altezza totale. veditore Marcantonio Venier cinse gli arsenali di un muro (4) V. B. M.: Ita!., VII, 310 — con preventivi molto in pietra di 33 passi di lunghezza, invece del pontile di legno specificati. che c’era — includendovi pure i magazzini pubblici e le (6) Si vedano, oltre al plastico qui riprodotto, gli altri case dei consiglieri (Dispacci da Candia, 16 settembre 1620). disegni citati a pag. 97, nota 1.