D. Molini. A Creta — come del resto in tanti e tanti altri paesi — si usarono due sorta di molini, quelli a vento e quelli ad acqua, gli àvefió/uvioi e gli Igdópvkot. Ma, data la penuria delle acque correnti, i molini ad acqua sono tanto rari nell’isola da costituire una vera eccezione. I più famosi sono quelli dell’Armirò di Candia, menzionati a proposito della battaglia del 1364 (,). Erano messi in moto dalle acque salse irrompenti dalla montagna: e l’antica muraglia che ne chiude il corso mostra ancora i nove sfoghi delle serrande. Gli altri molini ad acqua hanno la forma di una muraglia (sul cui ciglio corre l’acqua), terminante all’ultima sua estremità in una scarpata, che accoglie il tubo di scarico in muratura. Ricorderò appena quello presso Kanéne (Sitla), perchè contras-segnato della data del 1471 ; quello nelle immediate vicinanze di Retimo, perchè porta murati dei pezzi veneziani; fra cui due occhi circondati di ghirlande; quello presso Kahves (Bicorna), complicato a quattro archi e quattro fori e coperto a volta : — la sua acqua viene dal villaggio di Armèni; e quello già ricordato nella villa Renier a Palja-rùmata (Chissamo), pure con conduttura su archi. Assai numerosi i molini a vento, non assursero però mai ad interesse artistico, limitandosi alla forma di un corpo di fabbrica cilindrico — per lo più rozzamente costruito — terminante in tetto conico in legno, raccordato col congegno delle ali e col macchinario, pure in legno, delPinterno. Se ne vedono tuttora — inoperosi o diroccati i più — ma parecchi anche in azione, disseminati per le creste montuose dell’isola in numero assai considerevole. (*) L. de Monacis, Cbronicon de rebus venetis, Venetiis, 1758, p. 82.