ARSENALI 125 la cui erezione coinvolgeva la demolizione di altri edifici privati esistenti sul luogo (1). E sebbene Venezia trovasse comodo stabilire che i denari necessari si togliessero dalla camera cretese, o da un eventuale concorso della università di Candia — eccettuati gli artigiani, (2) — la realtà si era che il preventivo del governatore Giovanni da Como importava una spesa di 8 mila ducati, e che tanti fondi mancavano affatto (3). Invece che denari, Venezia mandava nel 1534 legnami e ferramenta, purché almeno tre di quei volti si potessero condurre a buon punto (4>. Ma il problema dello spazio era pur sempre imbarazzante: ed il provveditore generale Giovanni Vitturi ne era tanto sconcertato, da non peritarsi di proporre che una dozzina di volti fossero eretti non più entro il porto, bensì nella vicina Dermatà (5). Viceversa, mentre Venezia inviava nuovi legnami, destinati almeno a risarcimento degli arsenali esistenti (6), la signoria di Candia ideava nuovi costosi progetti(7), incontrando stavolta l’approvazione della Dominante. Chè se un decreto del 21 giugno 1550 ordinò infatti la fabbrica di otto o dieci volti nella località detta « delti quattro horti delti Consiglieri »(8), poco passò che la deliberazione venne approvata : « Se ben nelti giorni passati fo per questo conseglio deliberato che, secondo l’arecordo del diletto nobel nostro Hieronimo Corner, fosse imposto alti rettori di Candia che dovessero dar principio a far fabricar volti nel luogo delti quatro horti, tollendo anco la terrari, quando bisognasse, di una delle case della Signoria nostra che habitano li consiglieri, nientedimeno si è dapot inteso da molti che hanno prattica di quel luogo et special-mente dalla deposition delti nobeti nostri Nicolò Querini, Francesco Nani et Zuan da Canai stati conseglier in Candia, la difficultà et spesa grande che porta seco la essecution della sopradetta detiberatione, perchè si conveneria ruinar una casa della Signoria nostra che serve da far biscotti per rarmata, item una antiquissima chiesa che è anco la prima fabricata in quella isola et la ter-ray^a che è congionta ad una di dette case de consegtieri, et conseguentemente bisognarla anco ruinar un magayen che è sotto detta terrosa nel quale si alluogano li armici dell’arsenà; si veneria poi a tuor una strada pubtica che va alla marina, che sarta di grandissima incommodità a tutti quei habitanti, oltra poi che sarìa necessario spianar il terreno di sopra ad egual di quello di marina, che è passa sei più alto, et per esser terreno duro, grebanoso et forte di sasso, sarìa quasi opera impossibile: et quando pur con tutte queste ruine et spese si facesse, questo luogo per volti non sarìa più capace di tener a coperto più di tre galee » (9). Ma dove sorgessero precisamente quelle case dei consiglieri e ove fosse quindi l’area proposta per i nuovi arsenali non sappiamo (,0). (') V. A. S.: Senato Mar, XXI, 163 *. («) V. A. S.: Senato Mar, XXIX, 52 e 57. (!) Ibidem. (') V. A. S. : Archivio del Duca, Missive, 4 giugno 1549. (3) V. A. S.: Relazioni, LXI: relazione del capitano (8) V. A. S.: Senato Mar, XXXI, 24. Alessandro Contarmi. (») Ibidem, XXXI, 33. (4) V. A. S.: Senato Mar, XXIII, 10. (10) Cfr. voi. Ili, pag. 19 segg. (5) V. A. S.: Relazioni, LXXVIII: sua relazione.