ARSENALI 129 dimenticato il suo vecchio progetto che — secondo lui — avrebbe importata una spesa di soli 16 mila ducati, laddove gli arsenali Grimani ne avevano già assorbiti 20 mila (1). Saviamente rispose il Senato col mandare 5 mila ducati perchè le campate fossero continuate, e col chiedere più esatte informazioni sulla opportunità di attuare anche il progetto degli otto volti tra la porta dell’Arsenale e quella del Molo (2). Il 24 febbraio 1590 fu invece compilato dall’ingegnere Giovanni Fava, Michelin Raftopulo proto dei muratori, Francesco Santini pontador delle fortezze e Pietro Robazzola proto di spe^amonti, un preventivo della spesa necessaria per ultimare le campate del Grimani: e, visto che le calcine, le pietre, i legnami e la mano d’opera erano rinvilite, e che due pilastri si erano già piantati e che altro non mancava se non « fondarsi altri doi pilastri et un pe^K? & muro nel porto et una cortina dalla parte di terra di longhesga di passa 25 » — l’anteriore preventivo di 28 mila ducati venne ridotto a soli 18 mila (3). Ciò non ostante gli stessi individui, associatisi pure Giorgio Filimo proto dei marangoni, il 10 maggio dell’anno stesso riconobbero attuabile anche il progetto Mocenigo, purché si fossero spesi 4330 ducati nell’esproprio delle case — il cui materiale poteva valerne 2046 (4). E quando finalmente nel novembre del 1590 il capitano Giovanni Bembo già aveva preparate pietre e calcine per proseguire i volti Grimani, la nuova obiezione di Onorio Scotti che la fabbrica, coll’abolire le due cannoniere nel lato verso la Sabbio-nara degli arsenali Duodo, danneggiava gravemente le difese di quel lato della fortezza(5), bastò a far sospendere ogni lavoro <6>. Passò così qualche anno. E mentre i più antichi arsenali andavano deperendo (7), qualche voce pietosa riecheggiò a favore dell’opera incompiuta (8) : finché il proweditor generale Benetto Moro, al principiare del 1599, approntò coraggiosamente i materiali onde fondare i due pilastri tuttora mancanti(9); ed i lavori — proseguiti non senza qualche interruzione0 0) — erano nel giugno 1600 ridotti a tal punto che tutte e venti le pilastrate si trovavano pronte a ricevere le arcate di sostegno alle spalle delle volte(1I), e poco dopo non solo tali archi erano ormai gettati nelle cinque campate, ma anche le due di esse situate alle due estremità dell’arsenale si trovavano pressoché coperte (!) V. A. S.: Re/anioni, LXXIX: sue relazioni del 1589 Filippo Pasqualigo. e 1593- (8) Ibidem, LXXIX : relazione del provveditore Gio- (2) V. A. S.: Senato Secreti, LXXXVII, 102. vanni Mocenigo del 1593; Dispacci da Candía, 3 settembre (a) V. A. S.: Dispacci da Candía, 14 maggio 1590. 1595. (4) Ibidem. (») V. A. S.: Dispacci da Candia, 6 gennaio 1599. (•) Ibidem, 6 dicembre 1590. (io) Ibidem, 12 marzo 1600. (®) Ibidem, 20 novembre 1590. — Cfr. voi. I, pag. 351. (n) Ibidem, 8 giugno 1600. (O V. A. S.: Relazioni, LXXXI: relazione del capitano