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I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA
di Creta, anziché costituire una semplice ènagxia dell’ impero bizantino, formava un vero e proprio Oé/ia, retto da uno oTQarr/yót;.
2,	Museo nazionale. Ma trovata nel 1917, demolendosi il mimbèr turco entro alla moschea di Defterdàr, già chiesa di S. Marco.
     Lastra di marmo, appartenente ad un vecchio architrave di porta: cm. 35 x 115X20. Sull’intonaco, in parte caduto, che ricoperse le modanature del marmo, figura dipinta l’iscrizione frammentaria (lettere di cm. 4) :
  UjUTOi-NaOìj 1 OvtMAOSOY/if’Ài'l
  ^mOViePOHONr^YTOYÌtCdl
u ’1 ni! p vi r-Wntsi
     .... nàv)oE7iTo<; vaòg rov èvòó£ov àn%ioT(Qcmjyov Mi%a.r\k)...... ’ IaxivOov
      ieQO/iovàxov rov ’Jeaaal.... (ènl rfjg ftaoikeiat; rcóv evae^jEaTUTcuv rj/icòv fiaaiXéa>v...... la____ (rwv IlaXaijokóycov......
     Precedeva un’altra riga, delle cui lettere non si rilevano che poche traccie indecifrabili. Ma certo essa conteneva una delle solite frasi : ' AvaxaivioOr) xaì àvtaro-
qìOt] 6 Oelog xaì........ o simili. Cosi pure prima del nome del fondatore si sarà
trovata la solita frase di ói’ è^óòov xaì /lóyOov o una analoga.
     Come si è detto testé, non è questa la sola delle epigrafi greche di Creta che durante il dominio veneto porti la menzione degli imperatori di Costantinopoli del tempo. (I Paleologi, come è noto, tennero la sede di Bisanzio dal 1261 al 1453). la tolleranza della Serenissima non poteva arrivare a tal punto da permettere che simile indicazione si vergasse all’ interno della primiceriale latina. La nostra epigrafe deriva certo invece da qualche chiesa greca di Candia, dedicata a S. Michele (1), e fondata dal monaco Giacinto di Jesse.
     Se la sillaba la dell’ultima riga allude al nome dell’imperatrice, l’epigrafe dovrebbe datare dall’impero di Giovanni Vili Paleologo (1425-1448), il quale sposò da prima Sofia di Monferrato, quindi Maria Comnena, morta nel dicembre 1439.
(!) Se ne conoscono per lo meno sei (Cfr. G. Gerola, anno XXII, fase. 145-146, Roma, 1918, pag. 275). Topografia delle chiese della città di C.andia, in « Bessarione »,