302 I MONUMENTI VENETI DELL’iSOLA DI CRETA Le raggruppiamo in vari capitoli, cominciando da quelle delle città (Candia, Canea, Retimo e Sitìa), per passare poi alle epigrafi della campagna, seguendo l’ordine geografico a norma delle castellarne. Quando l’iscrizione abbia mutato posto, si tiene conto della ubicazione più antica. Tutte le epigrafi latine sono scolpite in pietra od in marmo. Mancano, tranne il tardo esempio della Suda, quelle dipinte a fresco, che sono tanto comuni fra le greche. Ma ciò dipende sopra tutto dal fatto che le nostre iscrizioni appartengono per lo più ai secoli XVI-XVII, quando l’usanza di quelle epigrafi dipinte è già cessata nell’isola: del secolo XIV-XV e in lettere gotiche ci si conservano solamente cinque lapidi a Candia, ed una a Gerapetra (1395) ed una al porto di Sitìa (1450); le altre del quattrocento sono forse soltanto una a Canea (1477) ed una a Chissamo. Di quelle del secolo decimo settimo, teniamo conto anche nel caso che esse varchino l’epoca del dominio veneto, per l’interesse che presenta il perdurare di tale usanza durante il periodo turco. Si tratta del resto di pochissimi casi: a Canea l’uno, l’altro in quel di Temene, nella città e nella castellanìa di Sitìa eventualmente gli ultimi. La maggior parte dei testi epigrafici tramanda il ricordo dei magistrati veneti (1) alla cui opera si deve il compimento delle fortificazioni o di altre opere pubbliche. Ma non mancano anche iscrizioni di altro carattere e di indole privata: sopra tutto quelle sepolcrali. Fra le più interessanti sono quelle che contengono massime morali, destinate a decorazione delle ville venete, specialmente in città e nel territorio di Retimo. Delle epigrafi abbiamo cercato di presentare, per quanto possibile, il facsimile, sia pubblicando le fotografie originali da noi eseguite, o quelle dei calchi in carta presi direttamente, sia riproducendo i disegni a mano da noi ricavati sul luogo o fatti eseguire poi su quei calchi e su quelle fotografie. Per pochi pezzi, trovati posteriormente, ci siamo serviti del materiale gentilmente fornitoci da altri. (*) Nelle epigrafi latine il nome della carica può essere espresso sia nella forma più vicina alla denominazione popolare, sia in quella più ricercata presa a prestito dal mondo classico, secondo le costumanze delle altre terre venete. E cioè: doge - dux princeps (imperator non ricorre) provveditore - provisor consul, proconsul, imperator, dic- tator, praeses duca - duca, dux (praetor non si trova usato) capitano - capitaneus praefectus consigliere - consìliarius vice consigliere - proconsiliarius rettore - rector inquisitore - inquisitor castellano - praefectus