PORTI 85 certi radicali provvedimenti che avrebbero richiesta tale una catastrofe della città, da sacrificare questa al suo porto, mentre naturalmente doveva imporsi il dilemma: o città senza porto o porto senza città. Il più antico provvedimento di cui ci resti memoria nei riguardi del porto di Candia non deve certo essere il primo in ordine di tempo: laddove giova credere che altri parecchi ne fossero stati presi anche in antecedenza, dei quali non è rimasto ricordo ai dì nostri. Esso porta la data del z luglio 1290 e consiste in una deliberazione della Repubblica, che tutti i fondi raccolti dalla camera cretese per mezzo del dazio dovessero devolversi « in aptatione et melioratione portus Candide, qui est multum devastatus et cotidie devasta tur »(1): mentre solo nel 1293 vi si aggiunse la clausola che tali denari, oltre che nel porto e nel molo, potessero usarsi, a discrezione della signoria, nei restauri alle case della via principale (2); e il 23 luglio 1300 si limitò a 1000 perperi soltanto la somma da rilevarsi annualmente da quel cespite per la riattazione del molo P); per aumentarla di bel nuovo a 2000 il 21 gennaio dell’anno seguente (4). Fra mezzo a tali incertezze e titubanze, che rispecchiano certo le diverse fasi dei lavori e rispettivamente dei bisogni del porto, la città veniva colpita dal flagello del terremoto dell’agosto 1303 : del quale non ci resta memoria diretta che fosse danneggiato anche il molo (5). Ma di quello stesso anno è ad ogni modo un nuovo stanziamento di almeno mille perperi annui per ingrandire e risarcire il molo (6); e del 1317 una conferma per la quale si autorizza a spenderne anche fino a 2 mila La faccenda si complica una quindicina d’anni più tardi (8). Mandato appositamente a Candia mastro Francesco Dalle Barche, pratico di quei lavori, egli presentò al Senato una relazione, per sostenere che il molo non si doveva prolungare più oltre, ma che invece conveniva ostruire le sue bocche, edificare un secondo molo verso levante, il quale chiudesse il porto dall’altro lato ed impedisse il trasporto delle arene della Sabbionara, procurare una diversione alle torbide acque piovane della città che — data la sfavorevole inclinazione di livello di questa — fluivano al porto, e provvedere un nuovo arnese per cavarne il fondo (9). Ed il Senato, approvando le sue proposte, decre- (*) G. M. Thomas, Commission des Dogen Andrea Dan- (7) G. M. Thomas, Commission cit. dolo für die Insel Creta, in « Abhandlungen der K. Bayer. (8) G. Giomo, Le rubriche cit. Akademie der Wissenschaften », CI. I, vol. XIV, parte I, (9) « Questo è quello ch'io Francesco conscio sovra lo porto München, 1877, pag. 115. de Candia. In primamente conscio che lo muoio sia afermado in (a) Ibidem. testa per questo modo che elio non vada più enenti, e sia fato (*) Ibidem. un spiron in testa a modo de un barbolo e vada fora la porta (4) V. A. S.: Senato Misti, I, 108*. de lo barbolo dreta per me%o tramontana passa 15 : e questo (s) V. M. C.: Mise. Correr, 2703. fa^o per più raxon. Urna che lo molo se andado tanto unenti (•) G. Giomo, Le rubriche dei libri misti del Senato, in ch'elio trabucha de sul fermo in l'aqua grande, sapiando che lo 1 Archivio Veneto », vol. XVIII, Venezia, 1879. nostro molo se travarda a grego et a garhin lo più dreto segno