612 EMENDAZIONI ED AGGIUNTE Pa^. 338. - Il cognome dell’offerente deve essere Pazidioto. L’altra figurina non è una offerente, ma Gesù di Nave, come viene descritto nella 'EQ[ir\vEÌa xwv CcoyQafpayv, ’Adr/vaig, 1909, pag. 19. Pag. 339. - Il nome del Musuri non è sicuro. Forse Leone? Pag. 340. - Sulle pene infernali cfr. pure G. Ge-rola, Micene e Bisanzio, in « Felix Ravenna », fase. 38, Ravenna, 1931, con riproduzione degli affreschi di Apostoli. Pag. 342. - Rettifico alcune spiegazioni in base a notizie avute dallo Xanthudidis : ó uiAovàg onov fiaga^ayLàCsi è il mugnaio che esige la propria parte di compenso in misura maggiore del consueto o del convenuto ; r] ànoaxQÉcpovoa xà vr/jiia è la donna che si ricusa di allattare i bambini estranei che si trovino in bisogno di nutrimento o per essere orfani o perchè la loro madre non è in grado di nutrirli. Pag. 343. - xXetixoaxrjvrjg è senz’altro chi ruba la fune con cui sono legati animali al pascolo; jiafiXrjaxETiQéa sarà piuttosto ¡lafiXrjaXQUi, fiavXrjaxaQÉa o fia/ikrjaxEvovaa ; il mugnaio (piuttosto che i pesi, chè il grano non si pesava, ma si misurava) avrà al collo la macina. Pag. 344. - xxrj/wxig forse sarà xxrjvofiàrrjg; la frase riguardante la TiQogcpOQa., cioè il pane della santa messa, vuol certo riferirsi a chi ruba o fa cattivo uso di quel pane. Pag. 346. - r] xorjOaQtjcrxQa. è l’indovina che VOLUME Pag. 26. - Notizie sulla abitazione del provveditore e su quella del governatore di Canea si trovano in U. Mannucci, Contributi cit., pag. 100. Pag. 27. - Per l’epigrafe esistente sopra una porta del palazzo del rettore di Canea, vedesi voi. IV, pag. 341. Pag. 37. - Vedere pure A. M., Ta loggia veneziana di Candia, in << Gazzetta degli artisti », anno VII, 1901. Pag. 46. - Da vedersi anche il foglio volante predice la sorte per mezzo del grano, ossia XQtOaQÌZsi, come si diceva: oggi si usano le fave. Così JTaQaxaQtjOXQia è la donna che naQaxadiCBi, cioè viene di soppiatto ad ascoltare i segreti altrui : essa comparisce anche nella fig. 386, nella riga inferiore, dove conviene leggere r\ naQavovxqàxQia, ossia fj (bxaxovaxQia, da naga-àcpovxQovfiai. Pag. 348. - Le serraglie della provincia di Ca-stelnuovo meritano di essere confrontate con quelle venete, di cui offrono esempio le stesse raccolte del Museo Civico di Venezia, n. 74 e 93-98. Pag. 355, nota 1. - Collez. calchi, n. 43. Pag. 3 71. - Il fonditore si chiama Ferzi (e non Tersi) ed è noto anche per una campana nella chiesa delle Cappuccine a Ravenna. Pag. 373. - A Thcriso, in quel di Canea, la chiesa della Madonna ha una campana del MDCXXI con figurine del Crocifisso, Madonna e S. Nicolò. A Sikjà di Sitìa fu trovata nel 1910 altra campana, portata poi al Museo di Candia, colla dicitura DOMENEGO MACHARINI F M DC XXV. Pag. 376. - ’A. ’OQ?.àvòog, Teuàxia rgane-C&v xov Movasiov 'HQaxXslov KQì)xrjg, in « Byzantinische neugriechische Jahrbùcher », anno VI, Athen, 1928. Pag. 377. fig- 416. - Fot. 754. Pag. 378. - Per i candelabri bizantini di Gor-tyna vedere ’A. K. 5OgXavdog, Necuregai. EQsvvai cit., pag. 321 seg. TERZO Il àq^aia évexlxi) Loggia xov 'Hgaxkslov HEXaxQETiofxÉvrj EÌg Arjfiaexetov, s. n. Pag. 73. - Giovanni Bembo (e non Mocenigo). Pag. 77. - S. Antonio Macrì era forse fuori delle mura, dalla parte di occidente. Pag. 79. - La chiesa di S. Lazzaro figura nel-1’elenco del 1548 : Chiesa Gialinì et S. Labari. G. Gekola, Topografia cit., pag. 240 e 273. Pag. 80. - Dello spedale di Canea tocca U. Mannucci, Contributi cit., pag. 99 e 112.