140 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA luogo — come vedremo — gli arsenali vennero di fatti più tardi costruiti. Anche il nuovo rettore Daniele Venier era d’opinione che quattro volti si potessero erigere vicino ai vecchi, e quattro a S. Salvatore (1). E Luca Michiel, insieme con Giulio Sa-vorgnan, col governatore e con altri ingegneri, reputava conveniente che da un lato (a sinistra?) dei tre volti esistenti se ne aggiungessero degli altri (due?), demolendo un magazzino dell’ammiraglio, e altri ancora (sei?) dal lato opposto, acquistando alcuni beni privati del complessivo valore di 5 mila ducati; e cercava dimostrare che, a parte quella per i legnami richiesti a Venezia, la spesa totale sarebbe stata molto modesta <2). Quest’ultimo progetto fu tantosto accolto dal Senato: che il 19 marzo e l’u settembre 1568 non solo provvide per il legname, ma stanziò all’uopo quattro mila ducati (3). Ciò non per tanto il numero dei volti fu allora portato solamente a cinque; ed i volti stessi restarono in parte scoperti(4) e bisognosi di riparo (5). Onde coi tegoli mandati da Venezia e giunti a Canea in gran parte infranti(6) il rettore Angelo Barozzi attese a rimediarvi (7) e al tempo stesso a coprire le due nuove campate (lunghe 28 passi e larghe 10, e — come tali — maggiori di quelle antiche) : per le quali, se i tegoli potevansi provvedere sul luogo, i legnami necessari venivano invece richiesti nel 1576 a Venezia <8). In seguito, ottemperandosi alla nuova ingiunzione del provveditore Jacopo Fo-scarini, era iniziata la fabbrica di due e poi altre due nuove campate (9), col chiedere ed ottenere nuovi materiali di fabbrica ed anche denari dalla Serenissima (10). Così nel 15 80 Canea possedeva già undici campate, che il rettore Pietro Landò si industriava di ultimare, sostituendo in parte la volta in muratura alle capriate di legname (U). Ed altre ancora se ne progettavano, sia proseguendo con otto volti da presso a quelli esistenti, non senza abbattere alcune case di poco valore danneggianti il porto col gettito delle loro immondizie; sia erigendo cinque nuove campate nel revellino del molo presso S. Salvatore, col demolire un magazzino d’artiglieria e tre cisterne; sia costruendone altre quattro — o anche otto — a quanto pare nella località già ven- (*) V. A. S.; Re/anioni, LXXXIII: sua relazione. (*) V. A. S.: Senato Mar, filza XXXIX, 19 marzo 1568. (s) V. A. S.: Senato Mar, XXXVIII, 81 * e 139. (4) V. A. S.: Relazioni, LXXXIII: relazione del rettore Bernardino Lippomano. {d) V. A. S.: Dispacci da Candía, 28 agosto 1575. (6) Ibidem, 17 settembre 1575. (7) Ibidem, 27 novembre 1575. (8) Ibidem, 9 luglio e 14 ottobre 1576. (9) Ibidem, 5 novembre 1577 e 13 ottobre 1579; Relazioni, LXII: relazione del rettore Angelo Barozzi. (10) V. A. S.: Senato Secreti, LXXXII, 97 segg.; Dispacci da Candia, 16 febbraio, 2 luglio 1580, e 8 agosto 1581. (n) V. A. S. : Dispacci da Candia, 8 agosto e 24 dicembre 1581. — Cfr. V. M ,C., Wcovicb LazZar'> XXVI, 1: ove si dice che il Landò “babbi grandemente alterato la forma et che, sicome li vecchi erano capaci di dodici galere, così egli li habbia ristretti, per farli in volto, al numero dì undici ,,.