18 I MONUMENTI VENETI DELl/lSOLA DI CRETA città, precisò il preventivo in 8 mila ducati. Ma, studiatosi meglio il problema e ventilatosi il rimedio di applicare alla conduttura il sistema del sifone, la previsione fu ridotta a 2400 reali, mentre calcolavasi che i nobili e feudati avrebbero potuto concorrere per 2 mila ducati, per 500 il reggimento ed i capi di milizia, per 200 gli Ebrei ecc. (I). Il progetto incontrò tuttavia fiere opposizioni. Temevasi che l’acqua, presa così da lontano, non sarebbe giunta fino alla città, ma sarebbesi perduta per via ; che sarebbe occorsa una iperbolica spesa per tagliare la montagna e per superare su ponti gli avvallamenti ; che, se l’idea fosse stata attuabile, in quattrocento anni di dominio Veneto essa sarebbe certo stata già sfruttata; che il Morosini non avrebbe potuto finire il lavoro ed il successore non sarebbesi adattato a riprenderlo; che non si sarebbe trovato a Candia un ingegnere capace di tanto; e via via (2). Il provveditore non si dette per vinto; rispose a parole, ma sopra tutto rispose a fatti. Ed il i° gennaio 1627, con un’audacia che ha del commovente, pose mano all’opera colossale (3). Alcuni disegni dell’epoca ci aiutano perfettamente a renderci conto del lavoro. Tre erano le sorgenti, la più lontana detta di Pelechiti; la seconda chiamata di S. Giovanni Misistri e di S. Giorgio; la terza di Caridachi. Quest’ultima, attraversato un ponte di 48 passi a due ordini di arcate (l’inferiore larga 12 piedi e alta 10, le superiori larghe 15 e alte 10, con un pilastro centrale di 5 piedi di spessore), si congiungeva alle altre due, ad un miglio dalle sorgenti più remote. Quindi il canale proseguiva unico fino a Candia, non senza attraversare il Silamo sopra un ponte di 62 passi a due arcate (l’una alta 8 e larga 10 piedi, l’altra alta 50 e larga 25), e poi di nuovo il Caronissi sopra un altro ponte di 54 passi ad unica arcata (lunga 30 ed alta 70 piedi), per tacere dei ponticelli di Caiafa (lungo 4 passi) e di Ambrussa (lungo 6 passi) <4). « Heri mattina — scriveva esultante il 26 aprile 1628 Francesco Morosini —. giorno solene della festività del protettor nostro san Marco in questo Regno, /’acqua del Caridachi et fonti vicini del monte di Giove, tanto desiderata da questo popolo, con F aiuto del Signor Dio è entrata nella fontana fatta fabricare nel me^o di questa pianga »(5). (*) V. A. S.: Dispaai ila Candia, 17 gennaio 1627. spaccio — si è convenuto in quella fabricar tre archi piccioli, (2) V. A. S.: Relazioni, LXXX: relazione del Morosini. non p¡¿ a[¡¡ che ¡¡ cunicoli fatti fare dalla buona memoria del (3) V. A. S. : Dispacci da Candia, 17 gennaio 1627. signor "Latin Orsino...: allongo de’ quali per pochi passi entra (4) Ibidem, 26aprile 1628; e V. B. M.: Ital., VII, 310. l’acqua sotto la porta del Giesù con un picciolo acquedotto di Il disegno che qui pubblichiamo (fig. 1) dimostra come mezzo piede incirca per quadro, passando poi a questo modo si fosse ventilato anche il progetto di una variante che, jotto terra sino alla canoniera del baloardo Vituri vicina alla subito dopo Caiafa, si sarebbe tenuta alquanto più a porta di S. Zor^i: si è convenuto far ivi altri cinque archi.... valle, sin proprio a Candia. Dal qual posto scorrendo l’acqua sotto terra net parapetto di (8) » Pervenuta questa acqua nella fossa — prosegue il di- S. Francesco, si sono per ultimo convenuti fabricar altri tre archi