174 b stituire tutte le nazionalità divise e oppresse, tenuto conto di tutti gli elementi che compongono una coscienza nazionale». Quest’ordine del giorno è bensì massonico, cioè vacuamente parolaio e rettoricamente inconcludente; ma è lungi dal rappresentare una qualsiasi affermazione dei diritti italiani nell’Adriatico. Nè migliore o più efficace è la vantata azione massonica per Fiume. Ecco a che cosa si riduce, secondo la versione che ne dà lo stesso Leti (pag. 280): «Il 22 settembre 1919 il Gran Maestro (di Palazzo Giustiniani) decise di costituire fra i numerosi massoni che si trovavano nei ranghi dei volontari una rappresentanza per portare ufficialmente a Gabriele d’Annunzio il saluto augurale della massoneria italiana. Il Grande Oriente stesso, a fianco di d’Annunzio lavorò presso l’Italia ufficiale (di Nitti) per cooperare ai meravigliosi (!!) fini desiderati. Ma non è ancora possibile di riferire in dettaglio su quest’azione particolarissima che può essere in qualche modo legata alla condotta diplomatica... seguita dal governo dell’epoca... (sic/)». E questo è tutto... Un altro libro massonico. L’estremo rimpianto, con l’esame di coscienza, di un trentatre, all’indomani della soppressione delle società segrete in Italia: «L’espiazione massonica», (Milano, 1927). Anzitutto la confessione degli errori: «pag. Ili e seg.). « Le prime vittorie elettorali dei blocchi popolari produssero quel fenomeno poco fiero, ma umanissimo che gli spagnoli designano con una frase che ha acquistato forza di proverbio: Arrimarse al sol que mas calienta. avvicinarsi al sole che più scalda o all’uomo più prodigo, o al governo più forte. Nel giro di pochi anni le vittorie non si contaron più ; e la conquista maggiore fu quella del Municipio della Capitale, con a capo lo stesso Ernesto Nathan... Fu la cuccagna. I vecchi massoni «dormienti» si destarono, i giovani fecero ressa per chiedere l’iniziazione. In ogni capoluogo di provincia in cui il Consiglio Comunale fosse composto di trenta consiglieri, c’erano in media