8 zionario superiore del Governo austriaco di Milano, Cesare giovinetto dodicenne, ai primi rumori di guerra, nel 1866, scappa di casa e si arruola nelle schiere di Garibaldi. A Bezzecca è in prima fila ed è ferito di baionetta due volte. La seconda ferita è grave, sicché egli rimane sul campo privo di sensi, e passano due giorni prima che sia rinvenuto, due giorni durante i quali il forte giovanetto si trascina sotto la sferza della pioggia, senza soccorso nè alimento. Finalmente lo scorgono, 10 raccolgono e lo portano a Idro, nella casa del medico dott. Belli, le cui figlie amorosamente lo assistono. Ma sono necessarie più ampie cure. Cesare Alberti viene trasportato a Brescia e poi a Bergamo, nel cui ospedale Giuseppe Garibaldi lo visita e gli rivolge parole di vivo encomio. A campagna finita, gli è decretata la medaglia al valore. « Qualche tempo dopo la famiglia dello Alberti si trasferì a Trieste e Cesare la seguì. In conseguenza delle ferite, una grave malattia ben presto fisicamente lo prostrò, causandogli per diciasette anni le più acute sofferenze. Ma non valse a fiaccare 11 suo animo, tanto thè per compiere i suoi doveri di cittadino, nelle ultime elezioni, egli si fece portare a braccia alle urne. « La sua morte sarà appresa con rammarico, da quanti ebbero la ventura di conoscerlo, poiché egli era di quegli uomini che non si avvicinano senza averli nella maggior estimazione e simpatia ». Ai funerali di Cesare Alberti, oltre che gli esponenti delle associazioni irredentistiche, parteciparono, in via privata, i rappresentanti ufficiali del Governo italiano.