610 Parte II - Carle di ieri. striaco, si può benissimo sentire nostalgia di Vienna. Il mio amico dott. Zimmehmann — (l’ex Commissario olandese della Lega delle Nazioni per l’Austria) —, un grande amico dell’Austria ed un eminente artefice della ricostruzione austriaca e internazionale, e chi ha l’onore di parlarvi, egli un puro settentrionale ed io, un meridionale, abbiamo spesso parlato di Vienna con appassionato desiderio. E tutti gli altri miei colleghi hanno avuto lo stesso sentimento, la medesima speranza di riunirsi una volta a Vienna, in una qualche occasione favorevole, per felicitarsi col Governo e col popolo dell’Austria per il coraggio con cui il popolo ed il Governo hanno saputo affrontare e superare questi anni terribilmente gravi del dopo-guerra, per la loro grande capacità di adattamento alle nuove situazioni, e per Tanche maggiore capacità creativa, che, in mezzo al processo di trasformazione della struttura statale ed economica, l’Austria ha dimostrato nelle forme organizzative più moderne e progredite. Il nuovo prestito, per il cui successo porgo i miei migliori rallegramenti all’Austria e al suo eminente Ministro delle finanze dott. Juch, permetterà ulteriori affermazioni e le geniali conquiste scientifiche della comunanza culturale tedesca svilupperanno certo anche maggiormente le qualità e le prestazioni del popolo austriaco. Sono convinto che le innovazioni tecniche accresceranno potentemente la prosperità dell’Austria. È inoltre da sperare che presto un prestito di conversione a un più basso livello di interesse permetta la sostituzione del primo prestito della Lega delle Nazioni e possa così, consapevolmente e lietamente, scomparire questo nostro Comitato per la collaborazione finanziaria, che sorse appunto in forza del primo prestito e che non è stato senza utilità e successi per l’Austria. Con questo augurio e in tale attesa mi permetto di salutare Vostra Eccellenza nell’antica lingua dell’intero mondo culturale europeo, e che mi è particolarmente vicina e cara : Ave, o Ministro delle finanze, morituri te salutanti ». Così si concluse una carriera, la quale, marcata all’inizio da una condanna per alto tradimento in nome dell’ultimo grande Imperatore degli Asburgo, terminò con la massima onorificenza del nuovo Stato austriaco. Ambidue questi segni esterni corrisposero ad ima vera e sincera realtà interiore, mentre ben modeste ed insignificanti, furono, invece, a paragone delle benemerenze di tanti altri, le cause che li determinarono.