248 Paute I • Considerazioni di oggi. l’imperatore». Un comitato di beneficenza, composto di signore della miglior società, lo aveva invitato ad una festa, ma, saputo di questo atto di riguardo, parecchie delle aderenti minacciarono dimettersi e allora si trovò chi si assunse (spinosa missione) di far sapere al Luogotenente ch’era stato invitato per isbaglio. Molto contribuirono questi affronti a renderlo agli italiani mortalmente nemico : il resto fece la situazione politica : e il luogo-tenente Hohenlohe restò nella storia come l’uomo che diede più filo da torcere, per la sua implacabilità d’avversario guantato e non guantato, agli italiani della Venezia Giulia». Il principe Hohenlohe, governatore imperiale di Trieste, rivestì, anche durante quattro settimane, la carica di Presidente dei Ministri. Eccone lo schizzo biografico tracciato dal Sieghart (op. cit., pag. 90 e 91): «La originalità del principe Hohenlohe consisteva in una curiosa mescolanza di interna consapevolezza aristocratica e di esterni atteggiamenti democratici. Quale capitano distrettuale di Marienbad e consigliere ministeriale si era conquistata, per una certa forma di amabilità, la immeritata nomea di uomo moderno e l’appellativo di «principe rosso». Anche come Governatore di Trieste amava atteggiarsi a democratico-progressista, ciò che però non gli impedì di chiedere al Presidente dei Ministri barone Beck la introduzione di un nuovo ordinamento provinciale per Trieste in virtù di decreto-legge (« Notparagraph »), ciò che Beck recisamente rifiutò. Rapidamente salito di grado grazie alle influenze della sua famiglia, dovendo la sua posizione al favore della Corte, bisognoso quindi della tolleranza altrui, egli era un critico feroce di tutti i suoi superiori e degli imperatori sotto i quali serviva. Egli espresse giudizi sprezzanti tanto sul conto di Francesco Giuseppe quanto dell’imperatore Carlo, di cui era maresciallo di Corte, ecc. L’unico uomo di cui avesse una buona opinione era lui stesso. Il principe Corrado Hohenlohe non era sfornito di intelligenza e di capacità, ma era così pieno di sè stesso da non poter considerarsi che come centro dell’universo». Il giudizio del suo connazionale e quasi-collega Sieghart, è. dunque, per il principe Hohenlohe più severo che quelli