Vili Preciso, esplicito, inequivocabile, questo appunto autografo del Segretario di Stato dell’ epoca. Il Cardinale non ha reticenze : dice la verità, tutta la verità. Riconosce all’Austria, dopo il delitto di Serajevo, il diritto morale a solenni riparazioni, ma scongiura e depreca la guerra. Linguaggio reciso di uomo di Stato che sente tutta la responsabilità incombente su chi ha il dovere di difendere la pace, ma non dispone che dei mezzi morali. L’appunto autografo distingue due tempi : quello immediatamente dopo Serajevo e quello dell’ultimatum. Nel primo riconosce il buon diritto dell’Austria a tener forte contro le insidie disgregatrici e le mortali offese e ad esigere le riparazioni necessarie per il mantenimento dell’ordine turbato e del prestigio leso, senza tuttavia istigare neppur un istante alla guerra, ciò che ribadisce il «.Ne dubito molto », il quale vuole intendere che l’ultimatum era inaccettabile. Infine quando conchiude che «gli sembrava molto grave » la disin voltura con la quale il conte Palffy si prospettava la «catastrofe », evidentemente il Segretario di Stato di Pio X voleva far comprendere che questa non era certo la sua opinione. Le successive delucidazioni polemiche non fanno che confermare e precisare il pensiero del Cardinale Merry del Val anche nelle sue sfumature. Così che, questo documento, per la prima volta reso pubblico, smentisce in modo perentorio e definitivo le glosse e le interpretazioni dell’interlocutore dell’illustre Cardinale. Quelli, infatti, come si è già dimostrato e si proverà ancora, era interessato a far apparire alla Corte e al Governo di Vienna che anche la Santa Sede ne approvava la condotta politica, ciò che invece non poteva essere e non fu, com’è dimostrato dall’atteggiamento subito preso da Pio X contro la guerra. Ma ritorniamo alle parole pronunciate dal Cardinale. Il suo linguaggio fu più netto e categorico di quello tenuto ai Ministeri degli Esteri di Parigi e di Londra, quando gli Ambasciatori d’Austria-Ungheria comunicavano il testo dell’ultimatum alla Serbia. Colà si fu molto più____favorevoli alle riparazioni da essere date all’Austria, che nella Segreteria di Stato del Vaticano!... Per uniformità di informazione, ascoltiamo i resoconti dei colleghi, parigino e londinese, del Palffy al loro capo comune, il Ministro austro-ungarico degli Esteri :