La fortuna economica di Trieste e i suoi fattori 431 riguardi di Treviso), ma non senza l'opposizione di parecchi dei suoi, un patto col Duca Leopoldo, in base al quale Trieste, pur mantenendo anche da allora innanzi la sua autonomia, (ahimè, quanto combattuta e vessata di poi!), doveva però, in luogo del podestà elettivo, accogliere il capitano ducale. Nel 1382 ebbe fine l’èra non lunga, ma non ingloriosa, del Comune indipendente di Trieste. Gli anni che seguono, sono anni di tristezza. Il malcontento è punito con la forca; declinano i commerci, nuove lotte s’ingaggiano, fremiti di aspirazioni autonomistiche e impeti di ribellione scuotono la città ( ’), scoppiano conflitti tragici col comandante delle milizie imperiali Luogar, cui si riannoda il lugubre ricordo della « distruzione di Trieste » nell’anno 1469. All’influenza nefasta che sui traffici della piazza esercitano e le discordie intestine e le lotte con le città rivali e gli altri numerosi conflitti e le molte perturbazioni e le gravose restrizioni delle libertà mercantili aggiunge il suo contributo deprimente lo spostamento delle vie mondiali del commercio: le scoperte marittime dei secoli XV e XVI portano il centro della gravità dei traffici dal Mediteraneo alle coste più occidentali d’Europa, verso le quali s’avvia e sempre più s’intensifica la principale corrente degli scambi commerciali del mondo. Per cause peculiari della piazza stessa, dunque, per le condizioni delle terre in cui essa svolgeva il suo lavoro commerciale ed infine per i rivolgimenti di portata mondiale, il porto di Trieste viene ad attraversare dopo il 1400 un lungo periodo di decadenza, sul quale non ci sembra interessante di ulteriormente diffonderci in notizie. Merita d’esser rilevato soltanto che anche durante questo periodo grave di decadenza, l’importanza mercantile di Trieste non scompare del tutto, tanto che alla metà del secolo decimosettimo si parla di Trieste, come dell’emporio commerciale dell’Europa centrale bassa. Dopo gli anni oscuri delle delusioni, ecco riaffacciarsi la fortuna a Trieste. Discesa al punto più basso della depressione all’inizio del secolo decimottavo, la città, per la felice azione di più coefficienti favorevoli, comincia a risalire verso un avvenire di maggior prosperità. Spazzato il mare da pirati, dichiarata nel 1717 libera la navigazione per tutto l’Adriatico, protetto il commercio per terra dai malandrini, voltisi ovunque gli animi dei governanti a considerare con maggior1 favore le cose commerciali, dichiarate, ad imitazione degli altri porti italiani, Trieste e Fiume porti franchi nel 1719, i traffici respirano (1) Nel 1448, per la difesa dell’italianità del suo Comune contro gli « imperiali », Trieste inviò ser Cristoforo dei Bonomo con una ambasceria a Venezia per offrire alla Serenissima il dominio della città.