stia disftosizione alcuni documenti chc sono veramente decisivi sull'argomento. Dalla pubblicazione di essi le insinuazioni e le accuse anticattoliche ricevono la più diretta delle smentite, mentre indirettamente esse risultavano già smentite dall'atteggiamento pubblico e segreto, ufficiale e ufficioso della Santa Sede e dalla inesistenza di riferimenti o prove di qualsivoglia natura in tutta la corris/Htndenza diplomatica del periodo fortunosissimo. Ma insinuazioni e accuse contro la Santa Sede non erano mancate erano perì) tutte contradittorie e rispondenti tutte al desiderio di attirare a se la solidarietà del Vaticano, solidarietà che il Vaticano per altro accordava soltanto alla causa della pace. Per tirare dalla propria ¡torte il favore della Santa Sede, gli scrittori e i giornalisti dei varii paesi belligeranti, ora ricorrevano alle blandizie, ora alle intercessioni, alle accuse e alle calunnie. Invano. La politica del centro della Cattolicità era e restava esclusivamente una politica, un orientamento, una volontà, una preghiera di pace. Qui non si vuole entrare nell'esame della polemica giornalistica, che ormai ha fatto il suo tempo e che appartiene ai margini della storia; qui ci si limiterà ad esaminare i contatti diplomatici ufficiali. Di fronte alle voci ripetutamente sorte, in vario senso, circa un determinato atteggiamento della Segreteria di Stato a favore dell'uno o dell'altro gruppo, nella torbida vigilia della guerra, la Santa Sede neppur mai pensò di dare chiarimenti o spiegazioni. Le accuse dei campi opposti reciprocamente si distruggevano e si annullavano e non v'era bisogno di smentirle. Fiorivano anzi i miti. Si [tarlò di una risposta di Pio X a Francesco Giuseppe invocante la benedizione papale per i suoi eserciti : « Io non benedico le armi, ma la pace!)). Si fantasticò intorno a un preteso telegramma di Pio X a Francesco Giuseppe, in cui avrebbe detto di non poter far altro che pregare Iddio di perdonare all'imperatore. Ad una pretesa esclamazione di Pio X, quando la Germania invase il Belgio : « Ah Guglielm