286 Parte I - Considerazioni di oggi. cento, metteva in guardia le autorità austriache contro l’influenza non utile allo Stato che esercitava il gesuita padre Terzi. Nel 1835 venne a Trieste il padre Barbieri, celebre predicatore, in cui — come scrive il Tamaro (Storia di Trieste, voi. II, pag. 287) — la migliore Italia ammirava un rappresentante della idea nazionale e la polizia vedeva un agitatore sospetto. Il Barbieri predicò durante la quaresima. Il suo successo fu entusiastico. Si propose all’i. r. magistrato politico-economico di fare il Barbieri cittadino onorario di Trieste, al che, gli stranieri che tenevano queH’ufficio, sdegnati, risposero con un rifiuto. Eminente cultore di italianità, nella prima metà dell’ottocento, fu il canonico mons. Stancovich, il quale dedicò alle tradizioni nazionali dellTstria opere insigni, fra le quali il primo posto occupa una voluminosissima « Biografia degli uomini distinti dell’Istria ». Egli recò altresì una ricca documentazione a sostegno dell’origine istriana di San Gerolamo, il grande dottore della Chiesa di Roma. Nel quadro generale del Risorgimento, non è concepibile, per chi si era assunte la iniziativa e la responsabilità del movimento unitario, prescindere dal far leva, anche sopra tutto, sull’elemento cattolico. Lo riconoscono anche gli scrittori più accesamente liberali, come in prima linea, in tempi recenti, il Gobetti, nel suo Risorgimento senza eroi (Torino 1926), dove a pag. 25 si legge : « Le plebi continuano a vivere intorno ai conventi e agli istituti di beneficenza, tutti cattolici; e restano cattoliche per istinto, per educazione e per interesse. L’iniziativa spetta alla nuova classe borghese che attua con Cavour la politica antifeudale del liberalismo economico, per potersi dedicare ai traffici, alle industrie e ai risparmi e formare la prima ricchezza e il primo capitale circolante in Italia. Come potrebbe questa classe proclamare una politica anticlericale fuorché nella questione dello Stato Pontificio? Essa si troverebbe assolutamente isolata, mentre la sua vittoria è subordinata alla possibilità di trascinare con le astuzie diplomatiche le altre classi, volenti o no, sulla sua via. Tutte le idee prevalenti nella penisola son cattoliche-cristiane (Gioberti, Manzoni, Mazzini). Solo le mino-