194 Parte l - Considerazioni d’oggi italiano, una marcata tendenza antimassonica, le ragioni di dissenso tra giovani e dirigenti del fjartito divennero spesso anche più acute. « Questa nuova corrente di idee, seppure seguita soltanto da una minoranza, riusciva a far sentire anche a Trieste il suo peso, particolarmente attraverso ai sempre maggiori contatti con i circoli nazionalisti di Roma; e ciò provocava un notevole malumore nelle sfere dirigenti del partito liberale, «seccate» per il crescente affermarsi di una tendenza ostile all*egemonia massonica. « Concludendo : è fuori di dubbio che l’irredentismo triestino non è stato affatto privilegio della massoneria e che, particolarmente nell’ultimo quinquennio precedente alla guerra, l’azione massonica non ha avuto presa alcuna sull’elemento giovanile triestino; i nostri giovani hanno portato il loro slancio ed il loro generoso contributo alla lotta irredentistica compieta-mente al di fuori di ogni e qualsiasi influenza delle loggitì massoniche. Con un’affettuosa stretta di mano, f.to: Vittorio Fresco». Fra i presidenti della Giovane Trieste degli ultimi anni precedenti alla guerra, basti citare per il non-massonismo della associazione, quello del nazionalista dott. Remigio Tamaro. L’ultimo, con cui si chiuse definitivamente la attività sociale, per la trasformazione della società in un corpo di volontari nel Regno, preparantisi e preparanti per l’intervento, Bruno Ferluga, fu ed è anima bellissima di agitatore e di cospiratore, il quale solo per l’Italia viveva e vive. Dal suo animo esulava qualsiasi considerazione di parte, di specie, di categoria, ancorché forse a qualche parte in qualche momento della sua vita possa aver appartenuto. Per lui la bandiera, la fede, la volontà, il pensiero erano uno solo: Italia. Fra Giovane Trieste e Giovane Fiume si creò un collegamento personale, quando, nel luglio 1913, Emilio Marcuzzi — giornalista ed autore del primo scritto invocante l’attenzione della Patria su quella che doveva divenire poi la città olocausta