230 Parte I - Considerazioni di oggi. tiva contro l’Italia. E lo ha lasciato scritto anche nel suo voluminoso testamento militare (Aus meiner Dienstzeit, Vienna, 1921-25, sette grossi volumi). Voleva muover guerra all’Italia, una prima volta nel 1906; una seconda nel 1907, alla vigilia dell’annessione della Bosnia-Erzegovina; una terza volta nel 1908, in occasione del terremoto di Messina; una quarta volta nel 1911 durante l’impresa di Tripoli____ Appena Conrad nell’autunno 1906 fu chiamato alla carica di Capo di Stato Maggiore — narra l’aiutante di campo di Francesco Giuseppe, barone Margutti, in Vom alten Kaiser, Leipzig, incominciò subito col presentare all’imperatore una ininterrotta serie di memoriali, in cui egli esponeva con tutte le possibili argomentazioni che la Monarchia non avrebbe potuto sostenere una guerra contemporanea con l’Italia, la Serbia, il Montenegro e la Russia e che perciò si sarebbe dovuto approfittare di ogni occasione favorevole per mettere fuori causa separatamente i prevedibili avversari... ». Il linguaggio di Conrad è dei più espliciti, nessuna reticenza lo frena o lo adombra. Egli vuole anzitutto, la guerra contro l’Italia. Egli ha lasciato scritto, testualmente (Aus meiner Dienstzeit, voi. I, pag. 62): « Già nel 1906 ci erano precluse tutte le vie per acquistarci nuove alleanze contro la politica av volgente che si stava stringendo intorno agli imperi centrali. La Russia, però, non si era ancora rimessa dalla sconfitta subita nell’Estremo Oriente; il suo esercito era disorganizzato, sopratutto materialmente; lo Stato era scosso dalla rivoluzione. In Serbia, l’efficenza militare era lungi dall’essere in buon ordine; mancavano munizioni; l’artiglieria si trovava in condizioni miserevoli. Anche l’Italia era molto indietro: effettivi scarsi, preparazione disuguale, nessun quadro per le formazioni di seconda linea, armi di tipo antiquato, deficenti opere di fortificazione con un solo forte corazzato lungo il confine verso l’Austria, nel paese vivo ancora il ricordo di Adua ». Questa analisi, abbastanza vicina al vero, anche se tendenziosamente esagerata, escludeva l’altra affermazione del Conrad : che l’Italia volesse buttarsi contro l’Austria. Era Conrad, invece, che voleva abbattere l'alleata.