Anno I ■ Numero 7 LA NAZIONE Un numero centesimi 10 Abbonamenti per ora non si ricevono. Uffici d'Amminlstrazione ed Annunzi: Corso 27 e Piazza ».©aterina 4 pianterreno; Redazione: Piazza S. Catorbia 4, I piano. Telefoni: Redazione 25-50 - Amministrazione 25-47 - Interurbano 25-43. Triaste, Giovedì 7 Novembre I9I8 Visite alia città redenta L'arrivo dell’onorevole Barzilai e del sindaco di Venezia. Già l’altra sera s’era di/fusa la voce cho r-vr.i sarebbero qui giunti il sindaco di enezfa conte G ri mani, \ ministri Bisso-i. ii o Comandici, ed altre personalità. ; rmattina si precisò meglio : sarebbero . vati il conte Grimani, i’onor. Barzilai, i ministro Comandini, parecchi fuorusciti , Ostini e varie notabilità. Di fatti, al toc-una colonna di fumo in fondo al golfo, a nord di Trieste, segnalò l’arrivo di una t, pepiniera. Non c' era molta folla al Moli- S. C.irlo a quell’ora; ma subito essen--, ^pnrsa la voce di quell’arrivo, da o-pu parte accorsero cittadini desiderosi di nmlcre omaggio all'onor. Barzilai, Ini sin-d i delia sorella Venezia,. e agli altri c-'.iti o rediici. Al tocco a un quarto la toipcdiniera 05 P. N. salutata da altissime di viva l'Italia, si ormeggiava «ila ra ho del molo S. Carlo, a breve distanza tJ. i cacciatorpediniere' „Audace“. Subito \i (u un febbrile scambio di saluti fra gli nr-iv.iti e coloro — ed era una folla — <-!: • nttendevauo. Sul brève ponte della t redimerà c’era una ventina di persone: 'i. Barzilai, il conte Grimani, il comm. S .c, il pubblicista Federzoni, Mario Al-ii, Attilio Tamaro, Teodoro e Aldo ■'. r, il dott. Liebman, Bortolo Vigini, . Mazorana, Alberto Gentili!, alcuni ;iali, altri triestini di cui ci fuggouo i mi. La folìn prorompe in acclamazioni, ialmente all'indirizzo di Barzilai e del i * Grimani. Scesi a terra, gli arrivati )uó circondati, baciati, stretti al petto, i i commovente impeto di tenerezza. 1 radice del molo,-ecco venire incontro comitiva il generalo Petitti, alto, so-• e insieme bonario. La folla gli fa ovazione entusiastica. 11 governatore i eninto popolare di eoliio, di quella ; ntà f..tta di simpatia istintiva, spon-tn a, non determinata da altre cause. F. n. barzilai deve aver subito compreso che ilg-:ueralo Pélilti è amato a Trieste. Salutatolo, l'on. Barzilai rivolge la parola alla loll.i: — li generale Peti Iti è uno del più pro li e valenti uomini dell’esercito italiano. Se il Comando supremo l'ha delegato «* ^presentate i qui il Governo nazionale, sapeva di affidare le vostre sorti a mani valido o sicure. La folla prorompe In nuove grida di .viva PetittiI* Quindi tutti si dirigono al Municipio dove il sindaco Valerlo riceve Ili illustri ospiti. Il indaco Valerio rivolto al conte Gri-m;mi disse: Venezia e Trieste, S. Marco o S. i liusto : Le due città sorelle, fervide di ' ' - e di patriotismo, sono per il nostro FlifJtto, ricongiunte infine in seno alla p®nde Madre, nella più dolce, nella più cella più pura felicità. Le memorie «i passato, là fede comune, l’avvenire ioso, l’amore infinito per questo nostro, Bcr‘ Più amarissimo, Adriatico, ci uniscono per sempre iu libertà, per il bene, per la ptr. >«« della nazione, in vincoli indis-so.ubili. Grazie onorevole Signor Sindaco' ac.la sua pronta venuta ; l’anima veneta, c- meste r attendeva. Grazie a tutti loro onorevoli Signori; a lei onor. Barzilai, con-Wl.umo nostro, assertore vigile ed in-J *-c. ,Ie dei nostri diritti, della nostra •«‘•a, un saluto particolare.. Grazia e grazie »QCjra. Viva T Italia, viva 11 re, vivano • wer«ito e la^ marina liberatori 1 r»aco ^rimani risponde dicendd di • ^lecitalo 1* onore al portare porso-»ìoente alla sorella Trieste il saluto di enesia nell' ora iu cui le aspirazioni su-M~ie , Trieste si compiono. Rtpcorda - '•o.oro che hanno data la vita per il ^Pimento dell’ idea nazionale, rivolgendo un memore pensiero. Termina affer-oc« che Venezia ha sempre nutrito Trieste sentiment! di viva simpatia. V a,i.:ss:mo Adriatico non ci divide più. ’ i'3 ireste! viva l’Italia! viva Trieste liberata I r -s1' .on . Harzilnl dico una sola parola e cae il pensiero di Trieste italiana era - f 'xessita suprema del suo spirito. Ora i locale della sua giovinezza è com- ' _ ''«nedice di esser vissuto per ve-, .' a vita d'«ra innanzi può anebo ■yloerarla un inuUle peso (applausi.) . P.ì>,CìC“,1c ^rimani saluta nel generale raPPresentante della maestà del ' --marnazioni: viva il re!) generai* r'ttitti dice che da quattro , . 1,1 Passa dii emozione in emozione; - p cuoi* ¿ondo delle emozioni più . '-7?ìne l'on. Barzilai trova essere una ì-j i esser vissuto abbastanza per ve-,‘»“«o momento. Dice poi che dedi- * !*. »«»to sé stesso allo sviluppo delle i Pacse. Confida nella coopcra-' .r, ! ‘t Per dare incremento alle for-'t* ì«1 *®, c^e deve avere il posto /- P,‘ ,c°.mPete nella famiglia Italiana, ter- •;1’ Usando all'esercito, alla carina, • ia, al re. (Grandi applausi.) Il sindaco Valerio tesse l’elogio del governatore Petitti che nei pochi giorni di soggiorno a Trieste s’ò rivelato verace amico del paese. (Applausi, viva Petitti.) Quindi i presenti vuotarono un bicchiere di spumante. Dopo di che l’onor. Barzilai, eh’ era stato evocato parecohie volte, si presentò al poggiolo del palazzo, donde rivolse al popolo il seguente discorso : Un dlsoorso dell’on. Barzilai Cittadini di Trieste. Chi ha vissuto con voi quasi mezzo secolo di speranze, di lotte, di delusioni, di umiliazioni, di conforti, deve credere in questa ora al sogno, al miracolo, lo, passando il nostro mare sulla torpediniera che inalberava il tricolore, pensavo ai versi del nostro Poeta, ai versi di Antonio fazzoletti: Oh mio lungo sospiri oh noa creduto Mondo del mio pensier, io ti saluto! Ma non è sogno. E’ realtà viva. Non miracolo. E’ il risultato preciso di forze concorrenti; della vostra abnegazione o della vostra resistenza, o triestini. Voi potevate essere economicamente e materialmente felici con l’Austria, la vostra città poteva essere l’Amburgo dell’Adriatico. Diceste; No) No! No! (grida della folla No ! no I). No per questa idealità italiana, tutto vogliamo dare, tutto dobbiamo sacrificare! E occorreva la forza dell’abnegazione vostra, perchó l’Italia dopo «90 anni di sonno ,si .svegliasse alla realtà contro le minaccio della implacabile nemica che accampava armata sulle ÌAlpi e nell’Adriatico. Occorreva che a rivi trascorresse il sangue'italiano, occorreva che i soldati d’Italia cancellassero Custoza, che i marinai dal cuore di ferro su navi di legno distrugessero per sempre la memoria di Lissa! (Grida entusiastiche di bravo! viva Barzilai !). E un áltro fatto occorreva, o fuggiasco Fries-SJiene : la cecità del tuo impero; occorreva che l’Austria sempre inconscia del suo destino, adoperasse tutte le armi per piegare tutte le anime ; occorreva che raccogliesse i frutti della sua politica infamo, che oggi le toglie e Trieste a Trenta o Pola e la vita, come le toglieva Milano o Venezia. Questi risultati sono i minimi raggiunti. Una sola è oggi la preoccupazione : custodire per sempre il culto alla Madre Italia. Se in mozzo a voi in quest’ora scomparirà ogni ricordo del passato, so non fazioni o partiti divideranno la popolazione, ne sarà lieta- 1* Italia cho per il possesso ai Trieste dalla retroscena è balzata alla scena del mondo (bene, bravo). Ma la eloquenza si fa pallida o smorta dinanzi allo splendore dogli eventi. — E poca mi parrebbe la mia parola se non avessi altra missione. Ebbi l'or ore tarserà di vedere Vittorio Emanuele ili. degno nipote di Colui che inalberò la bandiera della indi-pendenza. Il Re mi fcce l’alto onore, d’in-caricarmi di esprimerò a voi cittadini di Trieste, l’incrollabile affetto che lo lega a voi, ed annunciarvi, senza limite dite^po e di spazio, cho sarà fra voi presto adofrvi attestazione solenne di tanto affetto. (Acclamazioni entusiastiche; grida altissime di viva il re). Dopo di cno il ricevimento ebbe fine. SALVATORE BARZILAI AL TERGESTEO Ieri ael pomeriggio, al cader del giorno, Salvatore Barzilai aveva manifestato ed araiòi il desiderio di riTedero alcuni luoghi cho gli avrebbero avvivato reminiscenzo della sua giovinezza: e così chia9chierando,fcra venuto a passare sotto la crociera del Tergesteo, centro vivace dell’ attività commerciale di Trieste nei tempi normali. Ieri non c’ era folla al Tergesteo, ma c’ era pure un discreto numero di persone: e come l’on. Barzilai fu riconosciuto e circon dato da cittadini acclamanti, si formò ben presto un fittissimo crocchio che andava crescendo di minato in minuto. L’illustre cittadino molti riconobbe, molti salutò: e la conversazione prese a poco a poco una forma piò larga, dando all’uditorio il piacere inaspettato di ascoltare in un tono famigliare incantevole la voce per sè stessa incantevole di uno dei piò grandi oratori dell’ Italia moderna. E per noi, che da quattro anni barriere militari e censure hanno diviso da ogni esatta cognizione degli avvenimenti e delle cose d’Italia, fu un ben», fa uua necessità quel discorso così lucido e piano, noi quale • Salvatore Barzilai veniva esponendo le indizioni della vita nazionale durante, la guerra e le vedute dei reggitori della cosa pubblica italiana rispetto a Trieste. Quando s’iniziò la guerra italiana, disse l’on. Barzilai, la Germania pensava chc il conflitto europeo si sarebbe risolto in tre mesi, ma anche l’Italia non pensava di dover stare in armi più di sei mesi, Benefica illusione: oliò altrimenti la guerra italiana non oi sarebbe stata; questa guerra italiana cho non solo risolve problemi vitali- della nazione qu ili pochi unni or souo nessuno avrebbe oreduto si potessero nò con armi nò con altri mezzi risolvere, ma posta l’Italia a.co .dizioni tali di ascendente politico e di potenza da spin gere addirittura al prsscemo la naziouo cho finora si teneva m*l semibu o retroscena della vita mondiale. Militarmente questa posizione felice dell' Italia ai esprime nelle cifre, note all’on. Barzilai, di quasi eeicentomila prigionieri e di ti-200 cannoni catturati nel'a cruenta battaglia vinta : battaglia ohe, così inesca in cifre, conta almeno per tro Caporetti. Politicamente il successo d’Italia si manilesia neU’ammiiuzione crescento degli allfati, chetta parte dell'Inghilterra ò Addirittura adesione illimitata, entusiastica al programma italiano. Indizio di tituaziouo felice è anche l’alto rispetto per l'Italia che traspare dal telegramma gratulatorio di Wilson per la vittoria sul Piavo. L’Italia ha combattuto con la sola sua forza,- giacché il concorso degli alleati si li:nitò a quanto potesse valere oome atto di solidarietà e di rappresentanza; ha com battuto contro un nemico supcriore di numero, di artiglieria, di posizioui strategiche, quale era l’esercito austriaco al principio della battaglia ; e l’hi debellate e sconfitto completamente e ridotti alla resa. Taluno chiese come non si fosse abbattuto l’animo nazionale al momento della sconfitta di Caporotto ; o l'on. Barzilai osservò che quella sconfitta appunto, portando il nemico nel cuore d'Italia, valse ad accendere nella nazione un’energia anche maggiore dello stesso entusiasmo dei primi giorni di guerra. „Noi abbiamo viuto troppo“ «scrisse quella volta un giornale di Vienna, la „Zeit“ ; e l'on. Barzilai riconosco cha esso fu buon politico e buon proiota dei disastr che aspettavano l’Austria. Ammirabile fattore deU’agguerrimento degli animi ital.ani fu iu quell’ora tragica e poi più volte l’on. Orlan lo. Non venne egli alla Camera1 con recriminazioni e lamenti} ci venne iuvece cdu l’affermazione coraggiosa e risoluta che Fl-talia avrebbe continuato a difendersi quand’snche foise stata costretta u portare la sua difesa in Sicilia. La illuminata fe.mezza dell'ou. Orlando, e la tenacità inflessibile dell’on. Sminino, che pur nei peggiori morieuti non permise si mutasse una sillaba nelle meditato formula del patto di Locdia, diedero uirii-il'a sicurezza di rotta nei frangenti più ardui; il resto fece la conscia risolutezza dei cittadini e lo spirito di sacrificio di tutti, a cominciare dal iìe. L’ammiraz onc di Salvatore Barzilai, uomo di principi repubblicani, per Vittorio Emanuele III, è altissima. Il nostro sovrano ba fatto la campagna, p»r quattro anni, senza concedersi tregua n riposo, come un soldato ; ha trepidato con la sua truppa, con la sua nazione, in tulte le peripezie della terribile lotta; ba trepidato anche per questa Trieste, che egli ama e conosco meglio di ogni italiauo, e che egli arde di visitare e cho fra giorni visiterà. Lo stesso spirito, la eteesa coscienza di cittadino e di soldato, regnano anche in quella lucida mente e in quel grande cuora cho è il duca d’Aosta. E quando tali esempi vengono dall’alto, ei comprende anche la caldezza incrollabile della popolazione dell’esarcito e la por^uasions di tutù. che i sacrifici, per quanto acerbi e duri, debbano essere sopportati per il roigl or avvenire della nazione. Domandò taluno se m questo avvenire si antivedesse anche 'uu rigoglioso sviluppo eoonomico. — Certamente — rispose .1' on. Barzilai — la potenza della unzione si ripercuoto di ntcwss^à in maggiore energia dall’ espansione o-oonomica. -r Uno dei precipui clamanti di questa più vasta attività economica d Italia sarà certamente Trieste, oggi assunta tra le forze vive della inlra-prondenza italiana; e il Governo ha senza dubbio studiato i problemi del-l’emporio triestino con ponderata coscienza. Intanto esso si rende conto che prima di tutto bisogua sanaro le piaghe della terribile guerra: migliorie di approvvigionamenti, provvedimenti di salute pubblica sono uecessaii: molte coso sono prouto per Trieste di là del mare, e, non appena raccolti i «necessari trasporti, la città sarà sollevata almeno da quello deficienze tristissimi, nello quali fu tanto più ammirabile che essa conservasse la sua fede, la 3ua a:tezza d' animo e la meravigliosa freschezza del suo entusiasmo italiano.' Si sarebbe ascoltata per ora l’esposizione cosi deliziosamente piana ed acutà di Salvatore Barzilai, interrotta soltanto da scappate spontaneo di »Viva l’Italia", Viva il Be'*, „Viva Bariilal triestino!1*/ Si sarebbe ascoltato per ora quell’eloquio limpido ed annonioao oomo poohi nitri al mondo. Ma Pillasti e cittadino nostra si era avvicinato' all’uscita: e la folla -? era ormai divenuta una folla — vodendo cho egtj stava per scapparle e nou sapendo com4 rondicarsi altrimenti, lo ooparse di fiori. — Nella serata Salvatore Barzilai si ritrovò con parecchi amici al „Caffò Savoia“. Toeto sì fermò noi vestibolo un numeroso crocchio di signore, e l’illustre uomo politico, circondato da lore, tenne uno smagliante discorso, inneggiando al patriotismo delle donne trip, stine e ricordando episodi della sua giovinezza. _ Una lettera del duca d’Aosta. L’arrivo dell’ onorovoie Salvatore Barzilai nella città natalo, ha risvegliato intorno alla nobile figura di questo tìglio di Trieste, una folla di ricordi. E ieri sj narravano noi crocchi memorie di tompi orinai lontani: del primo giornata .fondato da Barzilai giovinetto con Marco Samuja e>t altri allor giovanissimi, del ,.Martello“> altro giornale d’avanguardia, eh’ ebbe vita breve ma, in compenso, tempestata di i. r. sequestri. Poi l’ascesa. B.irzilai a Roma, divenuto Posponente.del pensiero di Triesto portato allo urne in opposizione al conta Antonelli, onnipotente ; la sua elezione, il posto eminente preso alla Camera, per coi ogni suo discorso non parole era ma aziono. La guerra rivelò meglio che lo avessero fatto, le opero di pace ,l’uomo e la smv tempra. Il re Vittorio lo volta nel suo Consiglio dei ministri e il duca d’Aosta tra i suoi amici. Ed ò un repubblicano che nrti abdicò ai suoi principi. Ma non per nulla l’Italia ò la terra delia libertà di pensiero. Di ciò che il re disse riguardo a Trieste a Barzilai, l’illustre oratore, cho onora Trieste oltre che con l’interezza del carattere, con la probità della vita, l’altozza dell’ingegno, anche con la meravigliosa facoltà oratoria, parlò ieri dal poggiuolo del Municipio. Dei Hi-ntiinenti del daca d’Aosta parla altamente una lettera che il duca dire*au al-l’onor. Barzilai, dopo la pubblicazione d’un suo libro, »Moniti del passato1. Abbiamo avuto la possibilità, per mi’indiscrezione, di conoscere quella lettera: eccola: „Carissimo Barzilai. Ho sempre . seguito: ed ammirato, caro Barzilai, la sua battagliera attività politica nella quale Ella, inspirandosi ai più alti ideali di nostra Sente, ba sempre segnato la scia laminosa ella più pura italianità; ma la mia era una osservazione tutta affatto intuitiva e personale tfuale può risultare da affrettate letture.... I 1 suoi „Moniti del passato“ mi hanno dato j ora la visione completa dell’opera Sua nei lunghi anni precedenti l’immane conflitto ! prospettandomi la chiaroveggonza ognora ! avuta nello studio delta gravi qui3ticni cho j maturando ci hanno condotto alla guerra : Ella è stato un veggente, caro , Barzilai. ! l’amore immenso per quelle terre che i ; miei prodi seidati hauno bagnato del loro ! purissimo sangue facendo per esse olocau-*.