348 Parte I • Considerazioni di oggi. dei cittadini e degli studenti di Innsbruck la resero impossibile, distruggendo l’ultimo resto di amicizia fra le due nazioni civili. Forte ne fu la delusione e la parte più sensibile degli italiani d’Austria entrò, in quanto già non vi fosse, nel campo dell’irredentismo. Aggiungansi i militari di Conrad von Hoetzendorf, i quali già durante l’esistenza della Triplice predicavano la guerra preventiva contro l’Italia. Da ultimo a Trieste, fedeli all’Austria non rimasero che i socialisti di Pittoni, per ragioni economiche ». A Fiume, la politica dell’arciduca Francesco Ferdinando aveva conseguito in pochi anni, attraverso il suo governatore Wickenburg, i risultati medesimi che nella Venezia Giulia: aveva distrutto i cordiali rapporti pluridecennali fra italiani e magiari e aveva potentemente alimentato il movimento irredentistico. Malcontenti i magiari, malcontenti i tedeschi, malcontenti gli czechi, malcontenti i rumeni, malcontenti gli slavi meridionali, ma ancora, tutti, malcontenti entro l’orbita dello Stato. Solo gli italiani ed un manipolo di serbi e di pangermanisti puntavano gli sguardi arditamente al di là del confine, unicamente al di là del confine. Si era giunti per questi ultimi, al punto che esclusivamente nella dissoluzione della monarchia e e nel libero giuoco delle forze nazionali potevano scorgere il presidio proprio. Ma persino fra i croati austriacanti non si era soddisfatti... In un memoriale riservato del partito del diritto (croati austriacanti) del dott. Frank per l’arciduca ereditario è detto testualmente (Chlumecky, op. cit., pag. 197-8): «La maggioranza della Dieta croata persegue già da anni una politica, la quale appoggia apertamente le mene separatiste dei nazionalisti magiari. I serbi desiderano l’indebolimento e la decomposizione della monarchia. Essi salutano con gioia ed appoggiano le manovre dei partiti magiari dirette alla completa separazione dell’Ungheria dall’Austria. Un articolo del giornale dei contadini serbi che si pubblica a Zagabria, lo Srhsko Kolo scrive : « I serbi non sono amici nè dei tedeschi, nè dei magiari. Ma i serbi devono aiutare tutte le manovre dei magiari che tendono all’indeboli-