578 Parte II - Carte di ieri. Il discorso di Mario Alberti è salutato da una salva imponente di applausi. Il presidente chiede se altri desideri di parlare e un giovane si annunzia e ottiene la parola. Comincia però col lanciare i soliti pistolotti contro la borghesia capitalistica, per cui il presidente ritiene opportuno toglergli la parola, onde non venga con discorsi inopportuni, turbata la serenità dell’adunanza. Non chiedendo altri di parlare il comizio viene chiuso previa una raccomandazione alla calma fatta dal presidente. Il pubblico sfolla lentamente intonando inni nazionali. « L’enorme partecipazione dei cittadini d’ogni classe al comizio di ieri ha dimostrato — commenta VIndipendente — come questa manifestazione fosse desiderata dalla cittadinanza. E infatti dopo la manifestazione della Giunta Municipale sui fatti del 1° maggio e dopo quella avvenuta nella recente seduta del Consiglio Comunale, manifestazioni che non potevano recar soddisfazione all’animo offeso dei cittadini, questi sentirono assoluto il bisogno di raccogliersi per dar espressione ai propri sentimenti e per riaffermare ancora una volta quella solidarietà di propositi, di cui tutti devono essere animati in questa grande lotta che l’italianità di Trieste sostiene contro i suoi avversari. « È certo che a farsi interpreti del sentimento della cittadinanza sarebbe stata chiamata in prima linea la nostra società politica, la quale intende di stare a capo del movimento nazionale, ma per ragioni che noi non vogliamo ricercare questa ha creduto di lasciare l’iniziativa ad altri, i quali così si resero interpreti del sentimento e del desiderio del Paese. Era altresì necessario che la cittadinanza si raccogliesse solennemente a comizio per fare, oltre che una protesta, un atto di riconoscenza verso i fratelli del Regno che anche in quest’incontro diedero saggio di tanta solidale partecipazione alla causa nostra. « A tutto ciò corrispose onorevolmente l’adunanza d’ieri che riuscì una bella ed alta manifestazione di italianità, onde vanno lodati coloro che si fecero convocatoli del comizio e gli oratori che si resero interpreti del sentimento cittadino. «Coloro che ieri convennero al Politeama Rossetti intesero per bocca di alcuni oratori l’espressione dei più nobili sentimenti e la parola calda di patriottismo che va direttamente al cuore, e intesero altresì la parola di chi volle, con profondità di concetti e con serenità d’indagine, sviscerare una situazione dolorosa e offrirne la chiara e perfetta visione, illustrando una politica che trova origine ben al di là della ristretta cerchia delle nostre terre italiane.