Il clero e l’italianità. 289 in complesso, le più gravi difficoltà paiono sormontate e l’impresa sarà presto a buon porto ». «Dopo di ciò — commenta il Guerrazzi (pag. 264) — non essendo possibile parlar di questo in seno al Consiglio Centrale della Dante, date le profonde dissensioni sull’argomento, non esitai a proporre a Bonghi di aiutare questo sodalizio cattolico italiano di Bolzano. Ne ebbi, naturalmente, il suo pieno consenso. E, parte avute in regalo, parte acquistate con i mezzi di un fondo segreto, del quale disponevamo, misi assieme un paio di casse di immagini sacre delle più belle che io potessi trovare con scritte e con preghiere in italiano, libri da Messa, libriccini e Storie Sacre, tutto, beninteso in italiano. Di più facemmo, fra Bonghi e me, una colletta speciale fra le più intime nostre conoscenze; e potemmo mettere assieme anche una bella sommetta in contanti da aggiungere al dono. Più tardi anche Antonio Tamrosi, divenuto nostro fiduciario per la Venezia Tridentina, trovò modo, col nostro assenso di fare avere, con molta cautela, al Sodalizio cattolico italiano di Bolzano qualche sussidio sui fondi della Dante. La settarietà degli elementi massonici impiantatisi nella Dante — Ernesto Nathan vi appartenne dal 1889 in poi — ostacolava il buon funzionamento della Dante là dove avrebbe dovuto appoggiarsi sul patriottismo del clero italiano. Cecità condannevole di uomini anche eminenti, per nulla ammaestrati dal più illuminato patriottismo dei capi della massoneria triestina. A Trieste si sentiva e si respirava l’Italia, anche in seno alla setta; nel Begno si sentiva e si respirava la setta anche là dove si trattava solo dell’Italia. In occasione del Congresso della Dante a Venezia, vi si recarono anche Felice Venezian e Teodoro Mayer, ma si tennero molto cautamente in disparte, sapendo di essere sorvegliati. Vi fu, però, al «Grand Hotel» una riunione privata fra i due triestini ed i membri del Consiglio Centrale della Dante presenti al Congresso. La più assoluta fiducia venne confermata in Felice Venezian e nella consulta della quale si era circondato. In quella riunione (pag. 301) furono pure oggetto di esame i modi con i quali da Trieste si