114 Parte I - Considerazioni di oggi. dere, perchè potrà vivere anche senza Trieste. L’Italia non si crei delle fantasiose paure della Germania, che sono indegne della sua grandezza e sono inutili. La Germania, lontana ormai da quel quarantottesco parlamento di Francoforte che voleva aggregare Trieste alla Confederazione germanica, ha costruito una una rete di vie fluviali che la distaccano del tutto da Trieste. Di più ha permesso al Governo austriaco di slavizzare Trieste e l’Adriatico. Il che non sarebbe avvenuto se la Germania avesse pensato ancora di vantare su essa diritti tedeschi ». L’opuscolo del Tamaro, che esaminava il problema di Trieste dal punto di vista ideale, economico, politico e nazionale, costituisce la prima e più originale impostazione nazionalista delle necessità italiane nell’Adriatico. Terminava insistendo sull’urgenza della soluzione con le seguenti parole: «Camillo Cavour, morente, fu udito vaticinare: «In quanto allTstria e al Tirolo sarà lavoro di una altra generazione». Italiani, la generazione designata da Cavour è questa! Ma il tempo entro cui conviene agire non è più indefinito: esso è segnato dai brevi limiti che ha più ormai la resistenza di Trieste e dellTstria!». Per l’attuazione del suo programma, Attilio Tamaro, si serviva dell’Università popolare di Trieste di cui era lo spiritus rector. Il compito principale dell’Università — quello di portare a Trieste buoni oratori nazionali, affinchè parlassero alle folle, che gremivano i teatri o le grandiose palestre, delle glorie d’Italia, alzando sempre più il fervore del loro entusiasmo e della loro passione nazionali — era bensì molto curato, ed egregiamente curato, dal Tamaro, ma egli vi aveva inserita un*altra ragione di vita 'e di benemerenza, che alla prima si era sovrapposta, di gran lunga superandola per importanza politica: quella, appunto, già accennata, della conquista di nuovi aderenti alla causa dell’irredentismo. Egli andava, si può dire, a caccia, nel Regno, di personalità veramente autorevoli ed influenti per indurle, con ogni lusinga, a venir a parlare a Trieste su di un argomento qualsiasi. Preparava loro accoglienze trionfali, ovazioni ed applausi ai quali non erano abituati, banchetti con una partecipazione ed un calore quali non rividi mai altrove. Ma il