Difese italiane e Massoneria. 189 i primi passi nella carriera forense e, non essendo massone, dovevo farmi largo con le sole mie forze : perciò dedicavo le mie giornate agli studi teorici, alla diligente preparazione delle cause e alla pratica delle udienze... (pag. 39). Fui nazionalista nel tempo in cui il nazionalismo era tendenza e non partito, anzi tenni per parecchi mesi, insieme agli amici Alberto Musatti e Giuseppe Fusinato, la direzione del Gruppo Veneziano. La elezione dell’on. Orsi e la mia iscrizione al nazionalismo mi alienarono le simpatie dei numerosi massoni militanti nel campo radicale e iniziarono il mio distacco da quel jmrtito che avvenne, se mal non ricordo, nel 1912...». La Trento-Trieste correva il pericolo di sciogliersi per sbandamento, quando il Giuriati decise di accettare la presidenza dell’associazione, propugnando subito, in contrasto con l’opinione di molti, una direttiva più battagliera. Al Congresso di Mantova, il Giuriati (pag. 43) «parlò sulle direttive politiche della Trento-Trieste, dichiarando il suo dissenso dalla consuetudine invalsa di ammantare l’azione del sodalizio con un saio diplomatico intessuto di aforismi colturali e decorato di ortodossia e di legittimismo... (pag. 44) Contro le opinioni e le manifestazioni, evidentemente dirette a liberare la Trento-Trieste dalla accusa di illegittimismo e a procacciare un più largo numero di soci fra i ben-pensanti per potere, con mezzi più larghi, svolgere una propaganda prevalentemente culturale, mi scagliai vivacemente sostenendo che con tale metodo, per rendere accettabile a tutti la Trento-Trieste, si finiva per snaturarla. Bisognava per contro saper rimanere minoranza, anche trascurabile, ma battagliera. La bandiera dell’irredentismo doveva essere agitata senza infingimenti e senza ipocrisie. La triplice Alleanza aveva addormentato le coscienze; bisognava parlar alto e chiaro per ridestarle, per richiamarle alla necessità di liberare dall’oppressione straniera le province soggette al dominio austriaco. Occorreva anche, di fronte agli atteggiamenti servili assunti dal Governo e dalla diplomazia, elevare continua e sostanziale protesta, affinchè i fratelli al di là del confine iniquo, sapessero che la politica triplicista non aveva unanimità dei consensi. Nè doveva temersi che la più cosciente e vigorosa azione