316 Parte I - Considerazioni di oggi. vasori nella popolazione, perchè la cultura italiana ha troppo potenza di fascinazione e di assorbimento; si creano aggruppamenti che resi-stallo e che crescano nel corpo dell’italianità come tumori fino ad ucciderla. Questi procedimenti dànno alla lotta degli aspetti strategici; sono delle prese di posizione; costituiscono degli attacchi che possono venire segnati sulle calate come i movimenti d’un nemico; l’offesa e la difesa assumono la forma palpitante di una battaglia combattuta ; le città sono piene di quella risoluzione guardinga di chi aspetta la sorpresa; tutti si chiedono quale sarà il nuovo colpo. L’invasione risponde a dei calcoli elettorali; è intesa a portare squilibri nelle forze di certe circoscrizioni. Un anno di permanenza dà diritto al voto. L’assolutismo sarebbe una salvezza garantita, ma la tirannia di un sistema rappresentativo come quello austriaco si presta ad ogni violenza. Esso permette di snaturalizzare apparentemente delle regioni con lo spostare i confini di una giurisdizione. Spieghiamo il fatto. Dalle origini della storia gli italiani abitano le regioni costiere e da dodici secoli essi confinano con gli slavi. Per bilanciare, e col tempo soverchiare, l’italianità purissima delle città e della campagna costiera, si sono create delle giurisdizioni artificiose, che aggregano vaste porzioni di territori abitati da slavi a pezzi di città. Ogni distretto elettorale della città di Trieste, per esempio, ha annessa una larga zona di campagna slovena che dovrebbe far parte di altri centri comunali. Per schiacciare l’italianità di Zara, quando fu dato il suffragio universale, nel 1907, alla città furono annessi tanti distretti croati da costituire il più vasto collegio elettorale della Monarchia Austro-Ungarica, con circa 20.000 elettori, mentre in Austria numerosi collegi non hanno 2.000 elettori. I limiti naturali delle giurisdizioni dati dalla terra, dalla razza, dalla storia, dagli usi, ed anche dai concetti amministrativi delle autorità austriache in tutte le altre parti dellTmpero, sono violati nelle province italiane. « È per questo che le statistiche conferiscono spesso una impressione completamente falsa sulla popolazione dei luoghi, perchè riferiscono a località italiane cifre e dati che abbracciano anche vaste zone che non furono mai etnicamente italiane. Per tanti centri, per la statistica si crederebbe la slavizzazione già avvenuta, e nulla vi è di mutato nella composizione fondamentale del popolo, più italiano che mai. La massima parte degli sloveni attribuiti a Trieste non stanno a Trieste. L’italianità non è finora contaminata sui luoghi ma sulla carta. Ognuno comprende però l’importanza di questi artificiosi spostamenti di cifre quando si pensa alla loro influenza elettorale, la quale tende a formare delle maggioranze slave perchè nei paesi italiani possano insediarsi amministrazioni slave, provinciali e comunali, che tolgano all’italianità ogni forma di vita pubblica, ogni voce, ogni diritto. Sotto questo punto