LA NAZIONE aiov7dl C Novembro 1918 uto della loro proziosa esistenza, Le ha dottato parole veramente profetiche ! A di-Btanza di anni ed anni il Suo pensiero af-feraantesi in una ferrea logica 6 sempre «tato nitidamente lo utesso : ea*o tende ognora con forza irresistibile alla grandezza della patria attraverso Una politica ohiara, diritta, forte, essa mira sempre alla redenzione dei fratelli oppressi ma non domi, „Come saprà, siamo in piena battaglia; che faremo? Niente posso dii loperiljnomento. Solo questo: da buon italiano lavò sempre il mio dovere per ia grandezza della mia Patria. E ricordi che io La considero per ideali, sentimenti,, per !a proparaziono morale delle nostre battaglie, come facente yurte della terza armata «li cui ha vissutq in questi anni gioio e dclori ¡Suo Emanuele Filiberto di Savoia- Cronaca cittadina. La questiono universitaria L,i Gioventù accademica conforme alla mozione accolta nella seduta dell'altra tara, inviò a S. E. il presidento del Consiglio il seguente tal grani ma: „Nell'ora della redenzione, la Gioventù Accademica della Venezia Giulia rinnovi il suo voto per l'istituzione dcl-l'Ooiversità italiana a Trieste“. Su cotesta questione delI'Univer-fità ita!iun;i poche paiole. Noi ne fummo callissimi propugnatori sotto il cessato governo austriaco. Allora gli italiani, so volevano studiare, erano co-Btretti a recarsi in pac-Se straniero ; Trieste da parie sua aveva bisoguo di un istituto che la affermasse centro di fui tura italiana, cóntro- la tracotanza della snazionalizzazione. Oggi le condizioni sono piofondamenta mutate. I no-Htri giovani hanno non lontana la Università illustre di Padova; pegno di difesa contro pg'ni tentativo di snazionalizzazione ^.souo il governo nazionale e la sua volontà. Lecito quindi supporrò chf non sia d’uopo aggravare l’Italia di un'Universilà nuova, mentre, per rispetto alle tiadizioni, essa ne mantieue già troppe. Certamente non vogliamo escludere che l’esperienza sia per insegnare la necessità di un Università completa, o di una Facoltà universitaria, più ad oriente di quella di Padova. In questo c so risorgerebbe la necessità del movimento per lo studio trieitiuo. Ma finché l’esperienza non abbia ciò dimostrato, crediamo che altri bisogni deb-bano passare innanzi a quello dello studio universitario : per esempio l’ampliamento degli latitati commerciali, più nettamente conformati all’ufficio che nella vila nazionale deve avere Trieste. £ questa suppiamo essere anche l'opinione di emiuenti uomini politioi. Come fu occupata Barcola li giorno che Trieste vedeva il tricolore sul Municipi« e sulla torre di S. Giusto, a Barcola un gruppo di cittadini oolà dimorauti si costituirono in comitato per il mantenimento dell’ ordine. Sventolarono anche a Barcola le prime tricolori e già la prima nòtte i cittadini Calafatti, d'Osmo, De Mai junior e Delletic, uscirono armati & respingere i teppisti che fuggivano dal Punto franco, sequestrando loro il bottino e le armi, prendendo in oonsegna le caserme abbandonate dagli austriaci in fuga, ecc. eco. In ciò furono coadiuvati da cinque giovani messi a disposizione dal Big. Santa Martellanz, aggregatosi al Comitato in rappresentanza degli slavi. Cosi l’ordine tu mantenuto a Barcoìa, fino a ieri l’altro, quando an riparto di alpini al comando del tenente Marchiani, accompagnati dal maestro comunale sig. Oblach giunse colà. Gli alpini erano attesi dal Comitato!, insiemo con un gruppo di siguore che offersero fiori ai soldati. Il sig. De.Mai, salutò l’eseroito con parole eutusiastiche, fra acclamazioni ed evviva all’Italia. Il teneuto rispose commosso, i soldati infiorarono i fucili, quindi il gruppo si recò al porto, dove era ormeggiato il «Grillo“ cui-spetta la gloria del siluramento del „Wieu“. Colà il sig. Santo Martellanz, diede il benvennto ai soldati italiani a nome degli slavi di Bar-cola, pregandoli di uon dimenticare mai che anch’essi combatterono contro l’odiato comune nemico. Mi auguro, con- clusa fra gli applausi, che gli italiani e gli alavi vivano da fratelli cho si amano e si comprendono11. Il tenente Marchiani rispose che questo era il ano voto; quindi i magnifici soldati con rapida manovra sbarcarono le loro robe dal .Grillo", che ripartì fra grida di „viva la marina italiana*. A sera giunsero i bersaglieri al comtado dei tenenti Liberti o Marchiai. La consegna delle armi Il Governatore ha decretato: »Tutte le armi di qualsiasi Bpecie attualmente in P036638Ò di privati cittadini e di qualsiasi organizzazione eventualmente istituita da enti che hanno tenuto finora la direzione della cosa pubblica in tutte le località occupate o ohe saranno occupate da autorità militari italiano, dovranno essere consegnate entro 24 ore dopo l’occupazione alle . autorità militari lccali. Per la città di Trieste h ctabilito ohe la consegna sia effettuata entro le oro 13 di domani 0 corrente al comando della II.a brigata b3rsaglieri alla Caserma grande. Tutti coloro ohe dopo il termine di tempo sopraindicato verranno trovati In possesso di armi, saranno tratti in arresto e giudicati dal tribunato di guerra, di prossima costituzione. Inoltre per ragione di ordine pubblico alle ore 22 devono essere chiusi tutti gli eserciti pubblici b alle ore 22.30 deve cessare il movimento nelle strado e tutti i cittadini devono ritirarsi nelle proprie abitazioni.“ Adesioni al Fascio Nazionale. I rappresentanti scelti a £uo tempo d’ugenzft dalle associazioni e corporazioni nazionali cittadine, e costituitisi U 29 ottobre in Fascio Nazionale, hanno deliberato nella seduta del 4 novembre di invitare tutti i consenzienti a far parte del Faecio. La giunta, in esecuzione a questo deliberato, invita ora a partecipare al Fascio Nazionale tutti cittadini che aderiscono al seguente- programma : 1) Consentimento pieno , ed entusiastico all’opera di fusione ed affratellamento nazionale. 2) Propaganda di educazione nazionale e civile. 8) Attività individuale e collettiva dirette al tranquillo e libero riordinainonto della vita cittadina in linea politica ed economica. Chiunque intenda aderire al Fascio Na-eionale è invitato a inscriversi o farsi inscrivere nelle liste che sono esposte nella sedo della Cooperativa cittadina di consumo in via 6, Francesco d'Assisi 16 I. Le ore di uf&cio per notificare la propria adesione sono fissate dalle 8 alle 12, gli inscritti a tutto martodi 12 novembre verranno convocati a mezzo della pubblica stampa a congresso per l'elezionè delle rappresentanze del Fascio Nazionale. La giunta del F. N. è convocata per domani venerdì alle 19. Democrazia coolale. Sono arrivati tra noi a,lcuul delegati della D. S. I., i 3uali cl hanno portato parecchi documenti eli’attività svolta 'dalla D.._S. I. a vantaggio dell’idea nazionale. Ì delegati ci comunicarono che dopo la. vittoria italiana sull’ Austria, la Democrazia ' sociale irredenta (D. S. I.) ha lasciato cadere il terzo appellativo, mutandosi In D. S. La D. S. I. è sorta in Italia con un grande, compito di propaganda o di affermazione dei diritti Italici delle terre nostre, con un compito di redenzione morale e sociale del proletariato, con il fine preciso di unirsi a tutti i popoli oppressi. Uomini di galda fede democratica, fra gli nitri Wilson, hanno salutato il sorgere della nuova istituzione; ’migliala e migliaia di aderenti hanno preso parte attiva ài suo sviluppo. Bissolati, Mussolini, Albert Thomas, Hen-derson, Gompers hanno cooperato in nome doi lavoratori d’Italia, d'America, di Francia, d’Inghilterra a questo movimento. Aggressioni politiche. Veniamo informati che dal 30 ottobre — la data radiosa del ri volgimento politico che cacciava l'Austria in fuga da queste terre — sono ayv^fiuti parecchi casi di persecu-iioni (anche con vie di tatto) contro partigiani del regime fuggito. Noi sappiamo benissimo come sia gravo il vincerò gli impeti dell’animo irritato dalla sola presenza di satolliti del passato governo. Troppo ni fatta sofirire, piangere, sanguinare questa popolazione, perché colorp che ridevano delle nostre lagrime, coloro soprattutto che si faoovano strumenti di politiche persecuzioni contro gli italiani, possano destar la nostra compassione ora che per virtù delle vittoriose armi italiane l’Austria si sta sfasciando e gli oppressori sono detronizzati. Ma d'altro canto ripugna al nostro spirito latino l'idea di mutarci da oppressi in oppressori, da perseguitati in persecutori. Non dimentichiamo cho l’Austria era divenuta la vergogni« del mondo civile appunto per le sue sistematiche implacabili persecuzioni polìticha. Ora a Triesto sono avvenuti c avvengono casi che spesso sono giustificabilissimi, ma non seniore. Tutti I casi, corno tutti gli uomini oca seno eguali. Certo è deplorevole che gente nemica del nomo italiano o spesso autrice di persecuzioni, giri per le vie a te3ta alta e talvolta ostentando emblemi che sicuramente non sono un segno del cuo animo; ma guai se ai voleaso farsi giudici ed esecutori ¿i sentenze di lesa patria, senza almeno faro una inchiesta spassionata sugli uomini o sulle loro azioni. Talvolta le persone ritenuto colpevoli potrebboro dimostrare di avere benemerenze patriottiche, e talaltra potrebbe darsi che la persocuzione non serva già ad „epurare l'ambiente“, come abbiamo udito dire, ma a soddisfare sete di vendetta o a sfogare antichi rancori. Ma se realmente vi sono porsone la cui presenza può creare una provocazione o un pericolo, Sarebbe regolare di affidar l'esamo dei singoli casi ad una speciale Giuria, per evitare che si '-possa dire mai, da qualsiasi malevolo, che al terrore giallonero, che imperversò per un biennio nei nostri paosi, subentrò un terrore tricolore. Arrivo di soldati. — Anche ieri nel pomeriggio arrivò a Trieste un forte contingento di bersaglieri, accolto da gran folla plaudente, che segui poi la truppa nella sua marcia fino alla caserma. Durante il percorso la folla salutava i soldati d' I-talia con lunghe entusiastiche acclamazioni. Altri arrivi di soldati sono attesi per “‘E*. arrivo di fuornaoltl e di esi-llati. Ieri nel pomeriggio arrivarono altri fuorusciti nostri : fra gli altri l’avv. Cuzzi, l'avv. Pincherle, Giovanni Manie, Gasparo, Lupstina, l’avv. Paolina, il prof. Alfieri Rnscovich. Anche dall’interno sono • arrivati, prima della sospensione doi treni, parecchi ex internati e confinati ; fra gli altri il maestro Nicolò Cobol e l’avv. Amedeo Mussafia. Caduto per la patria. La riapertura delle comunicazioni col mondo civile appena oltre alle buone anche le cattivo notizie. Il prof. . Suppaa,. direttore della Scuola tecnica dell’Acquedotto, ha avuto il dolore di riceverò la triste notizia della morte del figlio, dott. Ferruccio. Solo conforto all'angosciata famiglia sarà quello di sapere che il suo Ferruccio mori santamente per l’Italia, combattendo per la redenzione di quest' ultime terrò italiane. La prima automobile itallàna giunta dal Piave, lermattina alle 9.10 arrivò qui proveniente da Moufalcone* e Cervi-gnano (era stata sulla linea del Pia,ve) l’automobile Fiat N. 9S7G, de)l’8l. drappello del 28. corpo d'armata, guidata dal conduttore Pietro Adent, che portò a Trieste, primi la via di terra, il colonnello Giuli# del ono e il tenente Palermi. L’automobile era partita alle 7.20 da Cervignano, per cui mise ore 1.60 per coprire il percorso da Cervignano a Trieste. I viaggiatori narrano di essere stati salutati con entusiasmo nei paesi attraversati tanto del Friuli che del Carso. Il problema del denaro nel noatrl paesi. Il ministro del Tesoro, d’accordo col Comando supremo, ha preso una serie di provvedimenti intesi a regolare la tir-colazione monetaria nei nostri paesi. Le Banche di emissione sono già pronte a funzionare a Trieste o a Trento. Data l’onorme quantità di circolazione austriaca, consistente in buoni di ogni natura, in banconote e in titoli di prestito, mentre si preparano i provvedimenti richiesti dalla situazione, il ministro del Tesoro diffida le popolazioni contro l’opera disonesta degli accaparratori che ingannano la buona fede ani pubblico. Il Comando supremo ha disposto un’ordinanza, con la quale vieta 'qualunque forma d’incetta di valuta austro-ungarica comminando ai trasgressori la pena del carcere militare. La consegna dei Cantieri. Ieri si è pi-esentata al Generale Petitti di Rorcto una delegazione dei nostri quattro grandi Stabilimenti di costruzione navale e cioè dello Stabilimento Tecnico Triestino, del Cantiere Navale Triestino, del Cantiere San Rocco e dell’Arsenale del Lloyd. • Il sig- Oscar Cosulieh presentò al Governatore le persone dirigenti dei quattro Cantieri navali. Il signor Cosulieh aggiunse : Costretti dalle vicende dellu guerra a ridurre sensibilmente il lavoro i cantieri rappresentano tiitt’orala più importante industria di Trieste“, del Friuli e dell' Istria, industria che ormai vuol dedicarsi interamente al lavoro pacifico; alla sollecita riparazione ed a| riattamento di molte navi ed al completamento di altri piroscafi mercantili' in stato di avanzata costruzione. I Cantieri fanno assegnamento che ' il loro grande compito nell' interesse di Trieste e delle provincia sorelle, come anche della riatt'vazione dei trasporti marittimi in Senere, verrà in ogni ¡niisa reso più facile all'appoggio che vorrà lora accordare: ~ L’ oratore accennò ¡all’ assoluto bisognò di manteuere l’ordine e l'armonia fra gli operai e gli impiegati e ,di provvedere alla mancanzà di denaro liquido affinchè tutti gli stabilimenti possano soddisfare senza interruzione gli ingenti obblighi verse i propri addetii. .» • Al Governatore venne quindi consegnato un memoriale contenente le proposte concrete dei quattro Cantieri, atte a facilitate il lavoro degli Stabilimenti e di pqrtarli quanto prima allo stato di prima della guerra, u Governatore accolse con molta benevolenza i delegati •assicurandoli del suo pieno appogeio e rilevò che con il lavoro delle industrie ed in ispeeio dei Cantieri potrò risorgere la vita economica e commcrrisle di Trieste. Egli accennò di aver già iniziato le pratiche per far venire a Trieste i piroscall triestini relegati da anni in Dalmazia.-L'allestimento di questi natanti e le necessarie riparazioni daranno in brevissimo tempo un dscreto lavoro a tutti i cantieri. Assicurò in fin che la questione della valuta spicciolà l'ha occupato dal suo arrivo nella neutra città e che confida gli sarà possibile riparare ‘all'attuale ¡maneaaza entro brevissimo tempo Gn salato di Padova a Trieste. L’on. Leopoldo Ferri, sindaco di Padova ha inviato al nostro sindaco il seguente mej- ^Padova. sede di un Ateneo, che per lunghi secoli, anche durante il servaggio straniero, fu glorioso faro di luce e di civiltà, ospitando entro le sue mura, quanti ad essa accorrevano anche dall’ oppoita sponda, assetati di sapere o di libertà ; Padova, che natura pose quasi al centro della Regione Veneta, cho da Trieste va a Tronto, e da Rovigo ad Odine ; Pàdova, che innalzò nel 49 u grido della riscossa bagnando io sue strade di sangue generoso, e, mentre ancora imperava la triste alleanza imposta all’Italia da falsi timori, a Trieste dedicò una delle vie sue più belle, e a Guglielmo Oberdan invano tentò, intitolare altra via che a quella conducev*-. Padova, che, sorto il conflitto europeo, seppe e volle nel grigio inverno 1914-15, tr.v le prime città a’Italia, alzare quel grido di fede, che doveva condurre alla liberazione dei fratelli oppressi ; Padova è superba di inviare alla sorella maggiore Trieste, liberata finalmente dal dominio straniero. il suo messaggio di amore. „11 sogno di tanti ìnartiripdi tanti eroi si ò compiuto; Trieste riprende nella storia dell’Italia quel posto d’onore che le spetta per la virtù dei suoi figli, per l’incanto della sua posiziono, por la grandezza della sua storia. ,,E Padova, che Venezia e Trieste congiunse in un solo ideale di bellezza-e di grandezza, ò superba di poter affidare il prosente messaggio al primo magistrato di Venezia, perche al primo sindaco di Trieste lo consegni, come solenne testimonianza del comune amore verso la più grande, Italia. . „Spiegato al sole della torre di 8. Giusto, il tricolore vessillo sia oggi e sempre anche per Trieste emblema di libertà e di’ rrandezza. e possa con osso e por esso la ella Città incedere sicura verso i suoi grandi destini". Impressioni triestine di Sem Bo-nelll. Nel „Giornale d’Italia“ Sem Benelli riferisco le impressioni sullo sbarco, al quale ha partecipato. Dopo aver e»posto lungamente la magnifica azione egli racconta: „Ho visto uomini e donno perdere i sensi configgendo gli occhi sulle navi nostre, baciando la nostra la loro bandiera. Ho visto vecchi decrepiti, sostenuti dai parenti, cercare un segno della nuova redenzione con la bocca tremante e gli occhi evanescenti. Ho visto uomini e donne gettarsi in ginocchio a mani giunte, adorando, davanti ai soldati, fatti rozzi e irsuti dall i lunga guerra, ma commossi cerne fanciulli vergognosi quasi di uon aver saputo prima che tanto amore era in fondo alle loro fatiche“. Gli Insegnanti medi hanno inviato alla Federazione Insegnanti medi di Roma il seguente telegramma : ,E’ compiuta la redenzione della nostra gioventù studiosa. E’ cessato il martirio che ai nostri ideali propositi inflisse la tirannide austriaca, Ora che lo sviluppo della coltura del genio italiano è affidato alla libertà vittoriosa della Nazione Interi, iuviamo agli. Insegnanti medi d’Italia i saluti più fervidi. Ora sulla vetta dell’ amor patrio, a cui finalmente salimmo per la fede nei destini d’Italia da voi coltivata, faranno coi vostri intenti più vera armonia gli effetti con cui preparammo 1 giovani nostri all’amore d'Italia“. ’ I sussidi militari. Il sindaco Valerio ha pubblicato il seguente manifesto: ,,S. E. il R. Governatore mi ha autorizzato a comunicare che il R. Governo, affettuosamente preoccupato delle condurr* delle nostre famiglie bisognose, che banna i loro cari costretti a servire ancora l’esercito nemico, concede alle famiglie del richiamati alle armi nell’esercito. e nell» marina da guerra austro-ungarici, il dio nella misura e secondo la ■odali» stabilite dalla legge austriaca.. E’ stato, autorizzalo il pagamento in lire, a dei sussidi stabiliti in coroue con tergo beneficio per gli interessati. II numerario oc^ corrente è stato richiesto, telegraficamente. In queatnra. A capo della p. s. fu cnia-mato il colonnello dei Reali carabinieri Candido Cerolia, il quale assunse >®r.‘." suo ufficio nel palazzo,'della ex-pohna. Gli furono presentati tutti gli impie?1-* che sono rimasti, cc*i pure il corpo dei j agenti. Egli prerò tetti d’aiutarlo in