226 Parie I - Considerazioni di oggi. Francesco Giuseppe, il quale replicò: « Quando io, pochi mesi fa, ero in Isvizzera, trovai tutto così ben ordinato, che al cospetto di tanto bell'ordine ci si poteva proprio convertire alla Repubblica»... (pag. 230) Mentre all'inizio del suo regno, l ago magnetico della politica aveva segnato parecchie oscillazioni fra diversi e contrastanti sistemi, col procedere degli anni, l’imperatore inclinava sempre più verso gli uomini del centro e della moderazione. Fino agli ultimi giorni della sua vita egli non si precluse le novità e non si irrigidì nel passato. Ma gli ripugnavano i salti e le tensioni eccessive. Severa oggettività era la virtù maggiore del suo ingegno, che aveva accumulato un tesoro di conoscenze di uomini, cose e avvenimenti susseguitisi durante settanta anni di regno. Qui il suo spirito rivelava una ricchezza che contrastava con la povertà deÌla sua fantasia. La sua competenza nelle questioni ministeriali era stupefacente e molti ministri temevano la sua capacità di penetrazione e la logica delle sue interrogazioni. Un Ministro delle finanze, di ritorno da una udienza, in cui aveva esposto il preventivo dello Stato, disse di aver la sensazione come di aver dati gli esami aH'Università. In questo, come in parecchi altri punti, l’imperatore non corrispondeva all’ imagine che ci si soleva fare all’ estero dell’ austriaco tipico. Nulla aveva l’imperatore del temperamento piuttosto artistico, della tranquilla indifferenza, della scarsa simpatia per l’orario fisso e per le troppo nette discriminazioni fra le giornate di festa e le giornate di lavoro... Egli osservava scrupolosamente il servizio ed era un maestro del dovere e del coscienzioso suo adempimento. Possedeva lo zelo degli altissimi funzionari dello Stato e la severa disciplina dei militari, impersonando così, si può dire, la burocrazia e l’esercito... (pag. 222) La natura spirituale di Francesco Giuseppe difettava di capacità creativa autonoma, di concezioni proprie, della forza formativa del pensiero. Era salito troppo giovane al trono e non aveva potuto avere una seria educazione politica. Era troppo conscio fin da giovane, del suo casato per diventare l’allievo di un paladino... (pag. 228) leggeva pochi libri, per mancanza di tempo e, anche, di desiderio. Era poco incline alle belle arti. Manteneva