500 Parte II - Carte di ieri. 1 pareri che siamo venuti qui riproducendo dicono tutti, con compatta unanimità non poter essere l ltaìia veramente e completamente libera, sicura, indipendente, fin tanto che l’Austria penetrerà in Italia con quel minaccioso cuneo che è il Trentino e da quella enorme porta spalancata che è l’attuale confine dello Iudri, il quale, attraverso le belle pianure veneto-friulane, si compiace quasi di favorire le incursioni nemiche sin dentro alla valle padana, al cuore più sensibile della economia nazionale. Con gli attuali confini, l’Italia è in balìa dell’Austria, la quale domina militarmente le nostre terre. E, quando si hanno le spalle scoperte, non è consentito di perseguire una politica veramente nazionale, egoisticamente nazionale. Il paese non può avere aspirazione più alta, più grande di questa: essere sicuro, essere padrone in casa propria. Anche se, per il raggiungimento di tale meta, si dovessero sopportare gravi perdite economiche, si dovesse incorrere in un permanente disagio, non ci sarebbe un momento da esitare: qualunque sacrificio piuttosto che essere alla mercè dello straniero. « Salus publica, suprema lex ». Fortunatamente, invece, le necessità strategiche dell’Italia coincidono con le necessità economiche e con le necessità politiche. Non c’è verun dissidio fra le tre cose, ma anzi una mirabile armonia. La sicurezza delle frontiere con i conseguenti spostamenti territoriali, si accorda completamente con i bisogni della economia nazionale, dell'agricoltura come delle industrie, del commercio come della navigazione. E l’espansione economica d’Italia ed il suo rinvigorimento marittimo-mercantile accresceranno il prestigio politico internazionale dello Stato, il quale sarà potentemente rafforzato dalla sicurezza dei confini naturali, i soli davvero capaci di chiudere per sempre l’èra della politica remissiva e di inaugurare un fulgido periodo di sano e vitale imperialismo italiano. LE RAGIONI NEGATIVE, PER LE QUALI, NELL’INTERESSE DEL SUO AVVENIRE POLITICO ED ECONOMICO, L’ITALIA DEVE INTERVENIRE CONTRO L’AUSTRIA. Supremi motivi strategico-militari impongono la guerra contro ¡’Austria. Ciò fu precedentemente dimostrato. L’ampiezza delle rettifiche territoriali indispensabili per la sicurezza militare della Patria e la loro importanza politico-economica ci esonerano dal discutere l’eventualità di una cessione spontanea, affatto inammissibile. Anche ragioni politico-economiche esigono, dal punto di vista italiano, la disfatta dell’Austria. Queste ragioni sono di duplice ordine: negative e positive. Negative in quanto Vinteresse d’Italia richiede che