556 Parie II - Carle di ieri. della guerra, il sistema di non inasprire la pressione fiscale, adottando, dopo un certo tempo, soltanto il provvedimento di un prestito interno, che fu in parte un bluff, alle sottoscrizioni forzose non corrispondendo i pagamenti effettivi, la finanza di guerra Austro-Ungarica si basò su di un principio unico: stampare carta-moneta. E stampò carta-moneta a tutto spiano, con una alacrità e una larghezza eccezionali. Tutto si pagò in carta. L’oro scomparve dalla circolazione. L’aggio che per esso si nota in Austria-Ungheria è una cifra che non ha significato : il suo 30 per cento e più è una astrazione fantastica, perchè l’oro non si può avere. Tutto è carta in Austria-Ungheria. Persino gli importi che si versarono a conto delle sottoscrizioni al prestito di guerra furono forniti dalla Banca austro-ungarica in forma di sovvenzioni sui titoli nuovi. Carta, carta, carta, nient’altro che carta, in Austria-Ungheria. L’edificio cartaceo, da principio, si sostenne. Anzi, se si deve dire, superato il sovvertimento economico provocato dallo scoppio della guerra, le emissioni cartacee esercitarono un po’ l’influenza delle iniezioni di caffeina sul corpo ammalato. Si accentuò un nuovo ritmo di vita. Ripresero gli affari. Per qualche tempo l’inflazione di carta moneta non pesò sfavorevolmente sulla vita degli affari : colmava il vuoto lasciato dalle tesaurizzazioni che non si verificavano soltanto per la moneta metallica, ma anche — stupidità della mente umana — per la moneta cartacea. Ma, quando ai miliardi di carta moneta emessa si aggiunsero sempre nuovi miliardi di banconote, che allagarono tutta l’economia austro-ungarica, incominciarono a manifestarsi i sintomi gravi dell’inflazione. Essi si fanno giornalmente più aspri e temibili, minando le basi stesse della resistenza economico-bellica del-l’A ustria- U ngheria. La curva delle vicende economiche della monarchia degli Asburgo durante la guerra si può sintetizzare così: dapprima il grave, acuto contraccolpo della mobilitazione che arrestò, per parecchie settimane, completamente la vita economica del paese. Poi questa lentamente si riebbe, si adattò alle nuove condizioni, si conformò alle necessità imposte dal blocco anglo-francese contro gli imperi centrali e dai decreti di esportazione emanati dalle Nazioni neutrali. Le colossali ordinazioni militari e le opere pubbliche contribuirono a rianimare la vita economica del paese, mentre l’incipiente inflazione cartacea la solleticava simpaticamente. Scomparsi i primi timori gravi, assuefattasi la mentalità economica alle vicende guerresche, le imprese per azioni, nella previsione di una non lunga durata della guerra intaccarono le riserve segrete, con i guadagni accantonati nei precedenti esercizi dichiararono dividendi, ridotti sì, ma tuttavia tali da destar favorevole impressione fra il pubblico. Ma ecco che l’ammucchiarsi della carta comincia a manifestare i segni spiacevoli della sua funzione deprezzatrice del valore della moneta. Crollano sempre più i cambi