196 Parte I - Considerazioni di oggi. del De Vecchi, che sono decisive sull’argomento e che suonano: «Correva l’anno 1890 quando la I. R. Luogotenenza di Trento scioglieva la Società « Pro Patria ». La causa dell’irredentismo veniva a giovarsi dell'atto di forza compiuto dal Governo di Vienna. Nella penisola i fermenti patriottici ritrovavano un favorevole terreno fra gli uomini del Risorgimento, molti ancora in verde vecchiezza, alcuni non più che maturi. Poca gioventù, ma buona, vi aderiva : quella cui era riservata nella futura maturità la gloria di Vittorio Veneto. La massa era divisa fra gli uomini sinistri della politica dissolvente delle sinistre, e fra i ribelli ad una decadenza alla quale non sapevano trovare altro rimedio se non nella utopia di Marx. L’Italia maturava gli errori del futuro decennio nel quale la nostra generazione corse il pericolo di farsi disperante, o ribelle, o peggio indifferente alle voci di richiamo della Grande Madre ». Ed ecco le note diplomatiche più importanti, le quali illustrano, meglio di qualsiasi commento e di qualsiasi narrazione supplementare, l’essenza e la portata del provvedimento. La prima nota è di Crispi e Nigra : Ministero degli Affari Esteri il ministro 26846 Roma, 24 luglio 1890. Signor Ambasciatore, a La Luogotenenza di Trento ha sciolto la Società Pro Patria. Il Governo del Re nulla ha da dire circa un atto di amministrazione interna che in se stesso sfugge al suo giudizio, ciascuno stato essendo padrone di governarsi con i criteri che gli sembrano più opportuni. « Debbo però affermare nell’interesse dei rapporti internazionali che la notizia del fatto ha prodotto nel Regno la più penosa impressione soprattutto per i motivi che dicesi abbiano ispirato il decreto di scioglimento. « In questo, difatti, si dichiara che due sarebbero le ragioni dell’atto luogotenenziale. La prima è che il Presidente del Congresso tenutosi a Trento il 29 giugno, avrebbe inviato alla Società italiana Dante Alighieri per mezzo del telegrafo, la sua piena adesione e le più sincere felicitazioni per l’opera della Società medesima. La seconda