602 Parte II - Carte di ieri. in ispecial modo agli effetti delle clausole territoriali per l’Alto Adige e la Carinzia (*). Durante la permanenza dell’Alberti a Vienna, la Neue Freie Presse del 23 aprile 1919 aveva pubblicato la seguente intervista avuta con lui: «È compito della Commissione, di cui faccio parte, il finanziamento dei viveri occorrenti per le popolazioni gravemente sofferenti dell’Austria tedesca. Già a prima vista si rivela la tragica miseria di Vienna, e si può affermare che in nessuna grande città d’Europa, ad eccezione della Russia, esistono attualmente condizioni alimentari così sfavorevoli come attualmente a Vienna. L’Intesa e, in modo particolarissimo, l’Italia tendono ad attenuare la mancanza di viveri e a migliorare le condizioni dell’alimentazione, mediante abbondanti rifornimenti. Ho avuto al riguardo le più precise istruzioni dal Governo italiano a Roma e ho conferito a Parigi così col delegato italiano Crespi, come con gli organi competenti del Governo francese. Noi dobbiamo cercare non soltanto di rifornire l’Austria tedesca con generi alimentari, ma anche renderle possibile di pagarli. Posso dichiarare che al riguardo si userà la massima larghezza. L’Intesa e, particolarmente, l’Italia sono interessate acche l’Austria tedesca possa superare le difficoltà finanziarie, nelle quali sono implicati i paesi che furono impegnati nella guerra, e possa ritornare presto in condizioni ordinate. In questo senso il delegato italiano Crespi ha proposto alla Conferenza per la pace a Parigi che gli Stati successori abbiano a partecipare al debito dello Stato austriaco, ma questa proposta ha incontrato particolarmente l’opposizione degli czechi. Un accordo al riguardo sarebbe necessario, se si vuol mantenere il servizio del debito pubblico degli Stati componenti l’antica monarchia, cui l’estero è fortemente interessato. Da parte dell’Italia è da attendersi la massima accondiscendenza. I punti di conflitto sono eliminati dall’esito della guerra ed è libera la strada per l’avviamento dei migliori rapporti fra i due paesi. (1) La Delegazione anstriaca era sorvegliata a Sain Germain da un gruppo di ufficiali francesi ed italiani disposti dal Comando interalleato. Gli ufficiali italiani facevano capo al colonnello Conte Casati. Al col. Casati la Delegazione italiana al Congresso per la pace aveva inviato la seguente lettera, a firma dal Ministro plenipotenziario Marchese Durazzo: Parigi, 14 maggio 1919. — Caro Casati, ti prego di fare del tuo meglio perchè il latore della presente possa, nel modo e nella forma che tu riterrai più convenienti, mantenere contatti frequenti con i Delegati austriaci. Te ne spiegherà egli stesso lo scopo e le ragioni. Conoscendo l’ambiente immediato che circonda la Delegazione austriaca e la libertà di azione e di movimento che la sarà concessa, tu potrai fare in modo perchè ciò possa avvenire senza dar luogo ad inconvenienti. Ho parlato della cosa ad Aldovrandi che è d’accordo. Tutto ciò corrisponde ad un desiderio espresso dalla stessa Delegazione austriaca. Ti prego quindi di volerti mettere d’accordo col latore in tutto quanto occorre. Fammi sapere un giorno in cui potrai venire qui, ecc., aff. f.to Durazzo.