Il dissolvimento della monarchia asburgica. 335 Veramente, dopo la rivoluzione del .1848, la monarchia dava un’impressione di rinnovato vigore. Il diciottenne imperatore ed il principe Felice Schwarzenberg, col motto «Viribus unitis», avevano significato al Parlamento che, d'accordo con i popoli, si sarebbe creato un nuovo vincolo, il quale avrebbe unito in un grande corpo statale le regioni e le stirpi della monarchia. E si era trovata anche una soluzione che sembrava felice al grave problema se il nuovo Stato popolare dovesse essere costruito centralisticamente, secondo la tradizione, oppure federalisticamente, in conformità alle conquiste della rivoluzione del marzo. La formula escogitata era : libero sviluppo delle provincie in tutte le questioni interne, in collegamento con un vigoroso potere centrale. Ma, osserva lo storico austriaco Bibl, (Cfr. Viktor Bibl: Lügen der Geschichte, Hellerau, 1931, pag. 146) si trattava di una menzogna. Fin da bel principio, il principe Schwarzenberg non aveva pensato affatto a realizzare il suo bel programma. Tutto era calcolato solo per un grossolano inganno, che però era stato scoperto presto dai più veggenti. In una satira intitolata «un programma», Adolf Frankkl fa confessare ai Ministri le loro vere intenzioni, che sono meno belle : Noi siamo bensì piuttosto liberali, ma consapevoli e di buon senso, al di juori costituzionali, assolutisti di dentro. Le provincie saranno autonome, ma l’esercito avrà bajonette centralistiche. Il Governo fu sospettato di parzialità; d’ora innanzi tutte le nazionalità saranno ugualmente stimate; in caso di bisogno verranno aizzate le une contro le altre. Con siffatti palliativi si rattoppano oggi i dissidi, si raddrizza la « grande potenza », che notoriamente è una necessità Sul terreno dei trattati i cannoni revocano [per l’Europa, ciò che nei momenti della paura, era stato promesso alle nazioni [scatenate. Purtroppo esse non si lasciano tranquillamente ingannare e pacificare, ma la buona causa finirà, come sempre, col trionfare.