476 Parte II - Carle di ieri. Fattore importantissimo della fortuna commerciale di Trieste: la navigazione, il cui rapido sviluppo, l'ampia influenza, la larga estensione sono essenzialmente dovuti all’eccezionale abilità marinara degli armatori triestini, lussignani e dalmati. Alla fine del 1912 erano iscritti come appartenenti al porto di Trieste 236 piroscafi con un tonnellaggio di 324.357 tonn., 5.025 uomini di equipaggio e 349.070 cavalli di forza; inoltre 1.427 navi a vela con 4.740 tonnellate e 2.201 uomini di equipaggio. Nel registro del porto di Fiume erano iscritti alla fine del 1910 68 navigli a lungo corso, 2 di grande cabotaggio e 150 battelli di piccolo cabotaggio. Le flotte mercantili di Trieste e di Fiume, dopo annessi questi porti al Regno, accresceranno formidabilmente la potenzialità marittima d’Italia, che nelle pacifiche competizioni economiche mondiali conquisterà così un posto davvero eminente. Notevole fonte di utili per la marina mercantile italiana sarà il trasporto degli emigranti, di cui una corrente non insignificante prende la via di Trieste. L’importanza nazionale ed internazionale della fusione sotto bandiera italiana della marina mercantile austro-ungarica sarà valutata giustamente in tutta la sua grande portata, solo quando si sappia che il parco navale di Trieste e di Fiume conta unità di primo ordine, quali ad esempio i magnifici piroscafi che fanno il servizio celerissimo per l’Egitto ed i colossi transatlantici destinati al trasporto degli emigranti per le Americhe. Dall’annessione della marina mercantile di Trieste e Fiume, l’Italia avrà un incremento di prestigio commerciale in tutto il mondo quale anche grandi e costose imprese coloniali ben difficilmente potrebbero conferirle. Si avvierebbe, così, verso i suoi destini il primato d’Italia nel Mediterraneo. Trieste ha un’importanza eminente, oltre che come emporio commerciale dominante sulle correnti dei traffici levantino-orientali, anche come centro di sviluppatissima grande industria. Oggi, non si può più dire che Trieste sia una città esclusivamente commerciale; essa è ad un tempo piazza di traffici e di industrie. Le due attività economiche si prestano vicendevolmente la mano: le industrie danno lavoro al commercio; il commercio fornisce la materia prima alle industrie e vende i prodotti di esse. Sviluppatissime e perfezionate sono le costruzioni navali. Grandi impianti di alti forni forniscono alcuni milioni di quintali di ferro all’anno. La fabbricazione delle macchine e la metallurgia dànno lavoro a migliaia di operai. Numerosi altri sono gli opifici sorti per la posizione marittima di Trieste: fabbriche di reti, fabbriche di cordaggi, officine di attrezzi per le navi, ecc. Poi ci sono le industrie delle conserve alimentari; le pilature di riso, le spremiture d’olii vegetali, gli oleifici, le industrie tessili, jutifici, industrie chimiche, della carta da sigarette, fabbriche di linoleum, della birra, raffinerie di petrolio.