42 Parte I - Considerazioni di oggi. impera »). Spiro, sereno e sorridente, armato del suo sottile bastone metallico, sta in prima fila. La massa ostile si precipita sul piccolo gruppo che tien testa eroicamente; volteggiano per l’aria i bastoni, grida ed imprecazioni si confondono; un tedesco si lancia, urlando, su Xydias; egli, per arrestarlo, tende il braccio armato di bastone e colpisce l’avversario nella bocca spalancata al grido; insanguinato, il tedesco cade ferito al suolo. A battaglia finita, Spiro ricerca affannosamente per gli ospedali il « suo » ferito; lo ritrova, si asside al suo capezzale e per giorni e giorni, 10 cura fraternamente fino a guarigione compiuta. Anima ardita e generosa che nel caduto non vede più il nemico contro il quale poc’anzi ha lottato. A Trieste, intorno a Spiro Tipaldo Xydias si formò il primo piccolo nucleo nazionalista e le nuove idee, che venivano da Roma, fecero vibrare le anime in una fede ringagliardita. Spiro Xydias, presente in ogni organizzazione irredentistica e di difesa nazionale, a contatto, direttamente e per 11 tramite di Ruggero Fauro, coi circoli nazionalisti di Roma, meglio di altri, si rese conto di questa necessità. I contatti con le classi dirigenti italiane divennero più intensi; Spiro Xydias volle essere, della nuova generazione, delle nuove idee, un uomo di collegamento con l’Italia. La vita di Spiro si svolgeva tra Trieste e Roma. Si recava a Roma, quasi in pellegrinaggio, a ritemprare il suo spirito nel contatto con le vestigia dell’antica grandezza; nelle lunghe conversazioni con gli amici, infondeva loro nuovo ardore, da loro traeva nuove forze; ritornando a Trieste, nelle ristrette riunioni dei dirigenti, nelle frementi adunate dei giovani, egli portava la parola di speranza e di fede, il consiglio equilibrato e sereno. Scoppia la guerra. L’Italia proclama la neutralità, che deve preludere all’intervento. Le lettere scritte da Spiro Xydias, in quei giorni, rispecchiano la situazione della città, il tumulto della sua anima. Nei primi giorni d’agosto, subito dopo proclamata la neutralità, egli scrive a Ruggero Fauro : «...qui siamo riusciti ad ottenere una grande rivoluzione nello « spirito pubblico. Nonostante il regime più che poliziesco, si è «fatta molta propaganda, per quanto i giornali del Regno non «si leggano.... Quanti hanno un rudimento di testa hanno con-