Revisione storica del « mito » irredentista. 19 Ma non cadiamo nel sentimentale! È meglio ricordare, a tempo, alcuni versi di Trilussa, amabilmente canzonatori: v penso che pure noi, chi più chi meno, senio tutti quanti sonatori ambulanti; perchè ciavemo tutti, in fonno ar core, la cantilena d'un ricordo antico lasciato da una gioja o da un dolore. Io, quella mia, me la risento spesso: ve la potrei ridi... ma nu’ la dico. Nun faccio er cantastorie de me stesso. (TRILUSSA: “Cento apologhi,, - Milano 1935) Il poeta disinvolto non vuole diventare il cantastorie di se stesso; spesso lo diventano il solenne cronista e l’austero storico. Ironie della sorte! Ma proseguiamo. Venne sino al romitorio di Grandate Marcello Marass, il cav. uff. Marcello Marass, anima irriducibile di vecchio cospiratore irredentista racchiusa nel più dolce e gentile degli aspetti, compagno di lontani giorni, e mi infuse, inconsciamente, il coraggio d’intraprendere l’impresa. Egli si adoperava per raccogliere carte e memorie della più attiva e battagliera associazione irredentistica di Trieste: la «Giovane Trieste». Promosse un’adunata ( ') degli antichi soci e propugnò, insieme con altri egregi amici, primo fra i quali S. E. Cobolli Gigli, la pubblicazione della storia del sodalizio (2). Particolari insistenze egli rivolse a me perchè facessi lo spoglio delle mie carte, al fine di estrarne ciò che poteva riguardare il nostro lavoro alla « Giovane (1) L’adunata, oltre che all’entusiasmo di Marcello Marass, era dovuta al patrocinio di S. E. Cobolli Gigli e alla collaborazione di Giovanni Adami, Giusto Beggiora, Aristide Bortolini, Medardo Delise, Quinto Deluca, Angelo Favot, Ferruccio Gioppo, Carlo Gioppo, Umberto Gentilomo, Adolfo Maderschi, Ferdinando Noulian, Gino Ortolani, Aldo Sillani, Carlo Trotti, Vittorio Marzari. (2) Per questa storia della « Giovane Trieste » il Segretario federale di Trieste, Perusin’O, assegnò un contributo del Partito Nazionale Fascista di lire duemila.