Il « mito » massonico. 163 massoneria italiana, ma non reca alcun contributo alla dimostrazione del concorso dell’ordine alla causa della unità d’Italia. Incomparabile è il resoconto della presa di Roma (pag. 208). Eccolo, integralmente nella sua lapidaria e lapidevole brevità : (t Alle 11 del 20 settembre giunsero al Grande Oriente dispacci da Roma che annunziavano la liberazione della città un fatto compiuto e il potere temporale dei Papi passato alla storia. Il Gran Maestro Frapolli trasmetteva ai Venerabili e ai Fratelli delle Loggie d’Italia, ai Massoni tutti del Mondo, le seguenti parole : « Fratelli. Il Governo Italiano prende possesso di Roma. Il Grande Oriente della Massoneria d’Italia e sue Colonie ha deliberato di stabilirvisi senza indugio. Ho quindi impartiti ordini per lo immediato trasferimento di esso da Firenze a Roma, nella Capitale della Nazione ». Fu questo l’ultimo atto massonico del cittadino e del Gran Maestro fortissimo: commosso dalla piega che prendeva la guerra franco-prussiana, determinò — [egli che non aveva partecipato alla presa di Roma, n. d. a] — di correre in Francia a combattere al fianco di Garibaldi ». La massoneria, specie nei suoi zelatori più spiccioli e a buon mercato, come ha voluto annettersi - ingiustificatamente -il merito del risorgimento italiano, così ha voluto far riconoscere la maternità propria nei confronti della rivoluzione francese. Molti scrittori antimassonici, con un entusiasmo degno di miglior causa, si sono slanciati lungo questa pista che conduce, alla fin dei conti, ad attribuire un’immensa importanza storica all’enorme pallone gonfiato della setta e quindi alla sua forza di suggestione e alla perpetuazione della sua dannosa ed immorale esistenza. Ci sono voluti degli studiosi... massoni per restringere la bolla di sapone in meno vanagloriose dimensioni. Ad esempio, in un’opera dedicata a Arthur Mille, Gran Maestro del Grande Oriente di Francia (l’organizzazione massonica francese più forte e più di sinistra), Gaston Martin (« La Franc-Maçonnerie française et la préparation de la révolution » avec préface de M. Ph.