La guerra, l’intervento e la pace. 409 nente; la civiltà in progresso verso l’Oriente. In una parola, la vera libertà dell’Europa. Oggi noi siamo alla vigilia di questa più grande libertà europea, in omaggio alla quale, per un superiore volere, dovette essere sacrificata la dinastia degli Asburgo, malgrado il suo recente orientamento slaveggiante, anzi pro- dovizia di citazioni possibili al riguardo. Ci limiteremo ad alcune fra le più significative, tratte dal volume di Tauscher e Bendisciou: « L’eredità politica di Dollfuss (Brescia, 1935, pag. 101): Parole di Dollfuss; Vienna aprile 1933: «Protestiamo con gioia la nostra nazionalità tedesca, ma non facciamone una idolatria. Soltanto in una unione intelligente di nazionalità e di cristianesimo noi scorgiamo una meta degna di essere perseguita». Parole di Dollfuss a Vienna, il 22 gennaio 1934: «Intendiamo la nazionalità tedesca a modo nostro e siamo perciò dominati dalla fede nella nostra patria, dalla fede nella missione tedesca dei paesi danubiani. L’Austria ha avuto sèmpre, in mezzo al popolo tedesco, la sua missione particolare. Restiamo fermi in questo nostro compito, a questa nostra missione non intendiamo rinunciare ». — Parole di Dollfuss a Vienna, il 21 maggio 1933 : « Una secolare convivenza con altre nazioni ha reso l’austriaco Stato, tollerante e sagace verso la coltura straniera, pur essendo stato, e pur essendo tuttora preoccupato di conservare la purezza della propria coltura e della propria originalità ». Parole di Dollfuss a Vienna, l’il marzo 1934: « Nessuno meglio dei tedeschi dell’Austria ha appreso, da secoli ormai, a comprendere gli altri popoli, pur conservando le proprie caratteristiche e a svilupparle in buona armonia con tutta la coltura medio-europeo ». Dal sacrificio di Dollfuss, il Bendisciou traeva, poi, motivo per trarre i più felici auspici per il popolo austriaco. (Cfr. Bendisciou: « La vita interiore di Ignazio Seipel », Brescia, 1935, pag. 252) : « E nell’economia della grazia il sacrificio interiore di Seipel e quello cruento di Dollfuss non possono non ridondare a benedizione per l’Austria tormentata da passioni violente e da strane incomprensioni, per il mondo tedesco insidiato da un nuovo ateismo, per l’intera umanità europea incapace di riconquistare una vita concorde in quella agostiniana « tranquillità nell’ordine » che fu il grande motivo del discorso ginevrino del Seipel nel 1930 e che è lo sviluppo filosofico della promessa cristiana: «Pax hominibus bo-nae voluntatis ». E il presidente dell’Austria, S. E. il dott. Miklas, nel gennaio 1936, nel vetusto e glorioso Duomo di Santo Stefano, a Vienna, pronunciava le seguenti parole che sono una promessa ed un programma: « Persuasi che il bene dei popoli e degli Stati si ha solo nella conoscenza e nell’adempimento del volere divino, noi austriaci vogliamo continuare a rimanere memori della grande tradizione cattolica del nostro Paese e della sua imperitura missione. Mentre ancora ci rallegriamo sinceramente che si sia riusciti, dopo una lunga interruzione, in uno spirito di armonica collaborazione di tutte le forze naturali e soprannaturali, a portare ad effetto e concludere in forma solenne un Concordato tra l’Austria e la Santa Sede, con filiale amore umiliamo perciò al Santo Padre i nostri più rispettosi ringraziamenti corroborandoli, in quest’ora solenne, con la promessa di continuare anche per l’avvenire, collaborando con tutti coloro che sono di buona volontà, la ricostruzione del nostro Stato e del suo ordinamento sociale sulla base della dottrina e delle leggi immutabili di Gesù Cristo; di adoperarci con ogni forza per il bene del popolo austriaco nella giustizia e nell’amore, e di servire la causa della pace tra gli uomini e tra i popoli di tutto l’orbe terrestre ».