BBOW AMENTI mb • Cilílif -jj* in vino cr.nicjihi »r.vi;=» v r»«ab «OKU, VIA OKU.-ORSO M Anno Xiv"* N. fct> L’IDEA NAZIONALE TAftlffA fefc-nwtmow,- - ma pagina. . . Pagine interne • . Awt»i Pinanriarl , f" n~ ~a.~a» Domenica 16 Marzo 1924 SESTA EDIZIONE Domenica 10 Marzo 1021 ROMA, Vía dell’Orso, 26 Gabriele d’Annunzio Principe di Monte Nevoso —^---. 1.UHU SAilOKAtJ*» Vana«. « 0>«|k llll — ■ — — ■ Contro la possibile annessione di riurne alla Croazia ita e potenza La proposta di Mussolini e ¡I telegramma del Re a d’Annunzio lume é stala passione, sacrific io; •ili gfito ili liberazione dalla sortanone alleala, compiuto con Ja ■alni«* marcia di Ronchi da Caline-iAnnunzio, il poeta soldato della •ria. difesa disperata dello spirito i vittoria. Oggi la sua annessione : rrande atto meritorio dell'asscr-r chi sa essere realizzatore, di Be-> Mussolini. E il compimento di !à avviene finalmente in uno spi-i nuovo, nello spirito creativo della <-nza italiana. annessione di Fiume, che esce lista da una politica di mutilazione, i t pni cosi il residuo di un pro-jnmm.1. Il cominciamenlo di un i-o, L'Ilalia non intende soffermar-p;ir jerliandone viva e ammonitrice memoria, al rammarico deìl'infau-dopofuerra, ma vuole battere le della stia necessaria espansione, «pevole della nuova falica che le -a. «'¡»erta oramai di tutte la ima-:• coTi»5Ciute dopo la vittoria, ag-nta nella sua volontà, E‘ l'Italia I rt-sentiva il nostro grande -Rug-r. Paure, quando, come si può leg-» pii) oltre, scrivendo della neces- i fh« Piume tosse iialiana, nel 4 »fu 1015, afterma'a i-lie la guerra . ntoc? (virilizzala dalla schiavitù di lo spirilo, con che òggi deve *tt ir irso il rito di compimento ’ "iti J* quale dove essere da ' in ^oi perfezionata, secondo le iga tenace, difficile, che mi'lamentale del regime a fortemente cominciata di ieri la sostanziosa. !a esposizione della fa-lica estera, economica che il Presidente Musso al Consiglio dei Ministri. andare disgiunto da una magnifica concisione che ricordi a noi ed a coloro che terranno l'Uomo he ha donalo alla Patria la piti alla azione e creazione adrlallca. Scaturito dalle polle più' vice ed anii-elte del ¡angue italiano, Gabriele d'An-nuntio, dopo aver cantato con la freicn melodia latina tutta In bellezza delle nostre tre età, divenne, prima ancora che tralueetse l’aurora delta ¡/rande giornata elle doveva poi illuminare la rinno-1 rala vita politica del popolo italiano, il Poeta delle gesta di oltre mure che dischiuse lo sguardo'all'Italia e ne stimolò Attorno a Lui a Oliarlo ti a,lun,irnno coloro ehi dissero hi pmr.l.i /■!., „ come nella ballaglitPili i/icui, r,ntu uri nome di Ebe giovinetta Gabriele d'Annunzio, la poi durante la poiiedulo le grandi delle opere superbe. ■t Iani ulo ormai leggenda I 1.1.1 k MI H k Mi il* ra Maestà che. antoje gloriata Mc.-r.tla della i ' allo destino di potere nifi Regno con le tene Giulie, reolart tv il palpito della fan I Fiui ■me.non r■ l Poeta Sol ' riarsi dal pen • rolla parola e coll azione ha legai., il Sui I nome alla «foriti della Patria. , | Sono lieto di parteciparle che, su P”> .onfern VITTORIO F.3I.ANTEÍ.E Casa di Vendile ATTILIO VcWOAMTIMI 6 fìttili# airisia -vti dall* Albania alla fa mettersi su strade bat-'■ ri«olvendo problemi po-j come l'accordo per Finizioni con la Jugoslavia '••»liticalo la condotta del '‘lesa, come il ritorno alle emuli con la Itussia. che | «empio europeo. Senza ‘'ite[* e di patrocini, con-■» questo compilo, e av-"d importanti tentativi di ■mici, come i! prestito al-P*f il monopolio dei ta- > - * ,orjl v,'!ta debbiamo ripe-'• » >.ar nu0va e signiOcaliva "ff** e |or**e- *n cui. natu-d v,c*nde condotte con ac-rJU fJUanto dominate da una ¿ 'r*'1*™ atti fondamen-’ 4; MH?10' Che n°n 80,10 POStU- .„„¡A,!«,. >e opere di ricostrn- ^«tone, m virtù di Po- ¿■■a t. li 4 »nneMa all Italia Ecco *’*••• k ** norr,*e dei suoi r» Veò pl¡2l,v* ,,ella sua espan-« ww'meni,. Un-Itaiia libe-' 1 r^iì ** 5!fssa- Per i suoi ’ J*""° Analmente di po , *viV ra?i’uns9re la mèta. Vi, 8,0 *l!os‘ar« Rievocazione Son e i arnia che ci iplnge ngji -lentie f iume celebra alta presenza del errano il suo ricongiungimento ella rio I, /asi a volle il. della fede che un/ora alla , vecchia I I. spes: lihU igiche dèlia comu-del rineolo che ei fuse in una sola » meno alla deri-alla persccutione lei Governi rinun- gualmehti memorabili • falba del. movimento nazionalista, quando dot un grup Po di giovani additati dai bempensanti come pazzi megalomani e dai demagli-, tenero la milione di indicare ad una Italia medit-ere e immemore i doveri inderogabili della sua tradizione e della sua stona la vigilia detta guerra di redenzione. '¡iiando dot il nostro paese si apprestata a segnare in u» trattalo — calpestalo e straccialo poi — ■ limili delle legittime aspirazioni naslonali da conquistare non per attrai longanimità ma per il diritto delle eue armt Vittorio- migliori e nella nostra fede proromper • j y.1 te netta l igilia di un monito esplicito j £. raer olla di fronte alla rinuncia In una F. in quella sera in cui il fiore della fit | tadmanta fiumana giunta a ¡loma pei gridare al cospetto del falso profr r.TA-*=s«.. ' ie1la s, cui il spegneva per Ite trombe che salut. ella Repubblica iteli angosciati dalla ine vedeva la tragica de Riproduciamo qui I. pagina drll'IDFA NAZIONALE del 4 Maggio 1915, nella quale, diciannove giorni -----dell entrala in guerra, iì affermava il diritto e il dovere d'Italia di rivendicare Fiume Parlavano aa q-««o giornale Ire irredenti, di cui riportiamo le affermazioni con«ipe*oli e profetiche. No. continu.T.mo la battaglia cominciata, e quando purtroppo, nelle giornate della rinunxia.. anche per malizia di ptiaimi ita liaoi. fu affermalo che l'Italia aveva ignoralo Fiume, noi potemmo dire, a buon diritto, di aver avuto voco r l'Italia la parola ispirala di Pie'o Foieari che parli loro l'antico linguaggio del dr>n ritemprarono I anima per la lolla che proseguila anr.or più torbida e oscura E là. m quella stanca radunala, il roto di f iume 11 uàI a furilo per la fia' masla ad ammonire tulta Irriverente 61 astenie di quanti ¡a patitone del Car noro consideravano come merce dt Ignobile barallo. I due nomi ean uniamo ancora oggi, se pur diversa i stata la fortuna. E a Fiume, finalmente redenta, giunga la eco lontana fettasUica battaglia d’tta quale fummo. Ira I primi, I fedelissimi soldati. Le affermazioni consapevoli e profetiche I>e!'.i ratina, veramente documenta | Ddl’jrlicolo di Mario Alberti e :rice del 4 maggio 19:3. riproduciamo cominciafecnto : . il grande morto, concludeva : j dt lingua e di »spirati Se la noitra guerra deve e-,tre | secoli di stona latina prr l'unità nazionale non i /»-1 se liti, obbedendo j del Quai 1 diritto n o lull'« lanlic1 GLI ITALIANI P’OLTRE CONFINE Dips la visita dei ¡solitati ungheresi a Roma Parate (nttme u Italia 1 Mas dltftttl «1 Ri® - - La prima corrispondenza da Fiume, inviataci da Icilio Baccich. in cui «il era rivendicata l'italianità della città in lotta, e pubblicata nell' " Idea Nazionale , settimanale del 20 APRILE 1011, nella glorios.- rubrica degli “llallani d'olire confine Intorno a noi era ancora l'Italia di Adua, • antg ftrrdemenl o di affai tenere eUa emde pte-.t sdui ere dalla Pttna co-1 confi, rliaia {li italiani 1 quali mano dere nient, M'IMIt l’idea della Ka:ì verso gli altri itaI finente nostra impresa dovrà rivendica-re tutte le tere, eh, san0 stale e sono vostre, parchi l'Italia fossa gettarsi nelle caimpatinoni mondiali irnza estere fdilicamer.le t moralmente patalitcala dalla, schiavitù di suoi figli, dentro a1 suoi confini storici e grografiri: Fiume r.on pui esser donala preventivamente alla Cromia, t Fiume dere esser, a. Roggero Fauro. cita on l'ester posta per entro 1 1 rali d'Italia ed il vallo to'-indelebilmente li legnava. 11711J11 ancor più pro/ondamente della ca-’■.lena di montagne che protegge e stacca | Fiume dalla Creazia — non affermai«, [on la tua potutone geografica, la ne-ro.jifù strategica della sua annessione |«i Regno, anche te lutto Hi non fotte, flnr/ic se i diritti nostri e nazionali e 1 forici e politici e militari su questo e-1 '(‘duo lembo arila Patria li fossero an-• untali e perduti. Fiume dovrebbe ve-I ni re tuttavia unita all'llalia... | La nostra scesa in campo vuole este-re. quindi, non toltanto liberatrice di fratelli oppressi, ma anche contegutlticc di quel meni economici, che devono preparare la prosperiti avvenire del nostro Paese, il quale, /in qui, ebbe svaluta-mento della sua efficiAia marittimo-commerciale dall1 esser Trieste, Fiume c la Dalmasia Tintaste in mano all'uiurpa- ‘Mario Alberti. . ) la fin« dello scritto di Attilia ... La Croazia non li stacci da Fi 11 mg. C ontiderata impossibile la conquiita pé-litica tema aver puma attuata quella nazionale, organizzò l'immigrazione di ilari nella citli, costituì un ¡„genie anzi enorme complesso di interessi bancari, commerciali e industriali, fece tut* to quanto poteva suggerire la più arrabbiala e frenetica ambizione di conquista per snaturare la cilli. La lolla nazionale fu ¡petto tempestata. Quantj dive. «l/li iornientosa ed oppressiva negli uU timi anni, quali e quante forme di violenzapremiate, quando il maglarlzmé li un) al croalisnio, ì troppo no .> per. chi faccia di bisogno ripetere. L’ilalia-da ergni parie, aggredita, :ombattuta in ogni modo, ■■" ■■»•••■le-. Oggi la città, quietalo il turbina della lolla nazionale della guerra, attende la Patria' Solfa 11 Leone di San Marco, eretta dai veneziani a Fiume nel 150S era la iscrizione : Menine sub nostro tute re« quiscite gente».-. Possa tra non mollo, con.parole simi. li, accogliere l'Italia Fiume nell'amia nazionale I s; ,Ai,,lii. _Tamut*. ^ ■n bastard ite