510 Parte II - Carte di ieri. meglio, col proposito di conseguire nell’attuale momento tutto ciò che con lo sforzo di cui è ora capace l’Italia si può raggiungere, riservando ad altri momenti, parallelamente allo sviluppo della potenzialità nazionale, la soluzione dei rimanenti problemi. * Considerando attentamente gl’interessi della politica estera italiana, si deve affrontare quella soluzione, la quale garantisca all’Italia non solo il mantenimento dell’attuale posizione del nostro Paese nell’equilibrio delle varie forze degli Stati in alleanza o in collisioni d’interessi, ma altresì ci procuri un rafforzamento di siffatta posizione. Le ipotesi da esaminare son tre: neutralità assoluta, rigidamente assoluta, fino alla fine; intervento a fianco dell’Intesa; intervento a fianco degli Imperi centrali. La prima ipotesi è quella che non può fruttare nulla di buono all’Italia. Mantenendo l’Italia la neutralità e vincendo gli Imperi centrali, questi evidentemente avrebbero avuto un enorme incremento di potenza. L’Austria si espanderebbe nei Balcani; la Germania in Europa, nelle colonie e marittimamente. L’espansione dell’Austria nei Balcani sarebbe un colpo mortale per gli interessi della penetrazione italiana, sia economica sia politica. Attraverso Trieste, poi, l’Austria •e la Germania accentuerebbero il « Drang nach Osten » sopratutto verso l’Asia Minore. L’Albania, e in primo luogo Vallona non potrebbero rimanere in possesso dell’Italia, poiché su queste terre convergono le massime aspirazioni dei circoli politici viennesi. La posizione militare, navale, marinara e commerciale dell’Austria nell’Adriatico si accrescerebbe in modo schiacciante per l’Italia. L’Austria non cederebbe un palmo del suo territorio, come concordemente l’affermano tutti gli uomini politici, di Corte, tutti i giornali di Vienna e di Budapest e come l’ha riconfermato anche recentemente l’ambasciatore de Monts. In tal caso l’Italia potrebbe esser contenta scampando alla spedizione punitiva che gli Imperi centrali hanno in animo di fare, dacché il Governo nostro « mancò fede all’alleanza » — come dicono essi — onde — son le parole di un professore tedesco di università — « il diritto internazionale pubblico non ha più ragione d’esistere ». Che se poi vincesse l’Intesa, nonostante la nostra neutralità sia stata per essa un benefìcio enorme, nulla è da aspettarsene in nostro vantaggio, come si rileva dal linguaggio degli organi autorizzati inglesi, francesi e russi i quali parlano della divisione della torta soltanto fra i belligeranti e dicono persino che i paesi neutrali non sarebbero ammessi al congresso della pace. Comunque, anche pigliando in regalo qualche bricciola dagli Stati dell’Intesa, la posizione politica dell’Italia risulterebbe ineluttabilmente menomata, per la mancanza di congrue alleanze e per il disquilibrio di raggruppamenti di forze che ne sarebbe la risultante.