Il clero e l’italianità. 301 gli studi ginnasiali, per passare poi a Gorizia, ove fu ordinato prete e lesse la prima messa il 7 agosto 1887. Dopo un breve soggiorno in qualità di cooperatore parrocchiale a Umago, venne a Trieste, ove funse da catechista nelle scuole popolari del Lazzaretto vecchio e di Città nuova, finche nel 1902 fu nominato docente di religione alla Scuola tecnica superiore per poi da questa, un anno più tardi, venir trasferito al Ginnasio « Dante Alighieri», ove riscosse l’affetto unanime degli alunni che ancor oggi, fatti uomini gravi e laboriosi, conservano riconoscente memoria di lui che, insegnando la religione del dovere, istillò nei loro cuori il culto della Patria. Scoppiata la guerra, il Commissario imperiale austriaco lo dispensò dall’ insegnamento collocandolo a riposo, il quale fu però di breve durata poiché subito dopo la vittoria delle armi italiane don Tamaro fu riammesso nel suo posto, che tenne fino al giugno del ’23, cioè fino a quando fu pensionato definitivamente dal reintegrato Consiglio comunale». E’ doveroso ricordare anche uno scrittore cattolico, il quale svolse la sua prodigiosa attività di preferenza nel campo delle lettere, della teologia e delle scienze, ma che fu altresì una bella tempra di italiano: Mons. Ugo Mioni. Di lui, all’indomani della dipartita, avvenuta il 9 febbraio 1935 nel convento domenicano di Montepulciano, disse largamente la «Vita Nuova » di Trieste. Se ne riprodurranno qui solo gli spunti relativi al sentimento italiano di questo fecondissimo scrittore. «Nato a Trieste nel 1870, fu avviato agli studi che compì brillantemente, nonostante la malferma salute, che però seppe padroneggiare con straordinaria forza di volontà. Entrato giovanissimo nel Seminario di Gorizia, vi terminò gli studi teologici distinguendosi fra tutti per la sintesi della sua mente che gli permetteva già allora di affrontare tutti i problemi della vita sociale della Chiesa, della quale si preparava a divenire uno strumento prezioso di conquista, studiando a fondo il problema missionario in un tempo in cui si faceva molta accademia. Quando nel 1895 si trattava di fondare in città un giornale schiettamente cattolico e italiano, egli ne divenne fervido propugnatore, fu a capo del comitato